La categoria del Bene Comune è stato centrale in tutto il pensiero classico, da Aristotele fino al personalismo di Maritain e degli ultimi papi.
Dal bene comune al bene immune
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La categoria del Bene Comune è stato centrale in tutto il pensiero classico, da Aristotele fino al personalismo di Maritain e degli ultimi papi.
Diciamo le cose come stanno:ci stiamo abituando a vivere vicende drammatiche e sanguinarie come se stessimo leggendo un romanzo a puntate.
Di questi tempi sembra che i nodi legati alla scienza, alla tecnica ed al loro ruolo nella società siano molto frequentati. Ne parlano politici, filosofi, teologi, spesso anche degli scienziati-divi-mediatici che a vario titolo intervengono sulle pagine dei giornali o in televisione.
Ma gli imprenditori perché dovrebbero o potrebbero fare donazioni alle non profit ed alle imprese sociali?
E’ davvero un peccato che il dibattito sulla riforma dell’editoria cada in un periodo di oggettivarn“fibrillazione” politica, nel quale, dunque, pretendere l’equilibrio e la serietà di approccio che il tema imporrebbe è impresa ardua.
Il recente Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, richiamandosi alla Gaudium et spes, osserva cheper bene comune s’intende “l’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono, sia alle collettività sia ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più celermente” (GS, n. 26).
Se guardiamo al rapporto tra scuola e bene comune un senso di sconforto non può non prendere chi ha a cuore il bene della scuola. Nonostante l’impegno generoso e intelligente del Ministro Fioroni nel cercare di ridare serietà alla nostra scuola.
Due dolorose vicende di questi ultimi giorni rischiano di segnare un pericoloso arretramento della nostra convivenza civile. Un delitto efferato commesso da un cittadino romeno ha scatenato una campagna denigratoria nei confronti di tutti i cittadini romeni.
Il tema della responsabilità sociale delle imprese (RSI) è balzato prepotentemente alla ribalta nel nuovo scenario dell’integrazione globale dei mercati.
I dibattiti accesi attorno al lavoro “precario” ci debbono far riflettere su aspetti culturali che, a mio parere, sono oggi troppo trascurati. Sono infatti convinto che la grande assente nell’attuale dibattito sul lavoro sia la società civile, la sua natura e il suo ruolo.
Altruismo privato e egoismo pubblico. Questa la "ricetta italiana" per il futuro coraggiosamente e lucidamente denunciata da Tito Boeri e Vincenzo Galasso nel loro recente volume, "Contro i giovani" edito da Mondadori.
Una cultura che non vede il civile perché lo confonde con il privato, o con il mercato, o con il politico, non può vedere, comprendere e promuovere l’economia civile, che è l’insieme delle espressioni economiche della società civile.
Il 5x1000 sembra essere più una preoccupazione della società civile e del terzo settore piuttosto che del governo.
Non è passato molto tempo dal crac della Parmalat e della Enron che nuovi gravi problemi stanno attraversando il mondo della finanza. In Italia i membri del consiglio d’amministrazione di un primario istituto di credito sono stati multati dalla CONSOB per aver venduto strumenti di finanza derivata ad imprese...
«Educare» e «formare» non è semplicemente «addestrare» a conseguire obiettivi didattici o professionali: lo sapevano tutti i grandi educatori e lo sapevano bene i latini, che invitavano infatti a distinguere il facere dall’agere, il «produrre» dall’«agire» diremmo noi oggi, o anche la «performance» dall’«esito complessivo» della nostra azione.
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