Dio è morto diceva Nietzsche. Ma ammesso e non concesso che sia cosi, l’uomo non sta certo bene. Nella vecchia Europa Dio non e’ piu’ considerato il senso di tutto, se talvolta viene evocato e’ per tradizioni in alcune circostanze e utilità varie. Pare ci bastiamo, immersi nel soddisfacimento dei nostri desideri. Pare che Dio sia stato ucciso nell’indifferenza, nella disattenzione e con la furbizia compiaciuta dell’uomo mediocre che sembra avere assunto il timone della societa’. Eppure non sembriamo piu’ felici, si moltiplicano i disagi esistenziali, siamo piu’ tristi e malinconici come rileva il 56mo rapporto Censis sulla situazione sociale del paese. Aumentano conflitti sociali e guerre che affievoliscono la speranza. L’inaspettato conflitto innescato dalla Russia che ha aggredito l’Ucraina ci riporta alle angosce del ‘900. La guerra, figlia del Caino che è in noi, nasce dai nazionalismi e dalle strumentalizzazioni di Dio. Quanto sangue versato nel nome di Dio! Una autentica bestemmia perchè invece Pace e’ il Suo nome fra noi.
Don Primo Mazzolari nella sua omelia natalizia del 1956 diceva “… ricordatevi che quando gli uomini gridano non sono più cristiani; quando gli uomini vogliono la guerra sono contro Cristo; quando gli uomini si preparano alla guerra non interpretano la Parola, il comandamento nuovo di Cristo: amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. Voi sapete che questa Parola ha cancellato le frontiere, anche se qualcuno le rafforza. Voi sapete che questa Parola ha cancellato le differenze di razza e di religione, anche se qualcuno oggi stesso le ricorda e le fa diventare un limite di questa capacità di amare che Gesù ha voluto ravvivare nel cuore come un fuoco, nel cuore di ognuno di noi”.
Come ha insegnato la storia sappiamo che le guerre derivano da popoli che si conformano ad un pensiero che si fa dominante attraverso menzogne, strumentalizzazioni e repressione del dissenso. Il conformismo è il grembo dei conflitti. Si radica nei cuori chiusi ove cresce l’intolleranza verso tutto cio’ che cambia il quieto vivere dello status quo. Si segue l’andazzo per comodità e ignavia. Quando tutti pensano nello stesso modo pero’ vuol dire che non si pensa. Ciò succedeva anche nel tempo di Gesù e cosi oggi, sia nella società che nella chiesa. Giovanni Battista criticò, e non fu accettato, dicevano che era posseduto dal demonio. Arrivo’ Gesù che ascoltò, contestò, fu ripudiato e inchiodato alla Croce.
Oggi succede la stessa cosa anche con Papa Francesco spesso accusato di varie eresie. Ci sono persone che si attaccano a ciò che e’ sempre stato insegnato – e’ sempre stato fatto cosi – e non accettano un altro modo di spiegare e vivere fede e vita. L’avvento del figlio di Dio rovescia la logica umana, aiuta a superare le credenze e i conformismi di ogni tempo. Natale non e’ un algoritmo, è il tempo prezioso accogliente del fatto che puo’ cambiare la vita e la vita eterna non va confusa con il metaverso. L’Avvento e’ una pietra d’inciampo che ci ricorda la necessita’ di rimanere umani ravvivando i valori d’amore, di solidarieta’, di preghiera e contemplazione. L’arrivo di Gesu’ dona, se lo accogliamo, la fede che libera la liberta’ dei figli di Dio dai ceppi del conformismo, delle caste, dei clan, dall’attaccamento al potere e ai soldi. Perchè ai figli di Dio interessa il Suo giudizio finale non quello degli uomini. Oltre il nostro Io, oltre gli idoli dell’economia e tecnica, c’è molto di più e di meglio.
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