Le imprese cooperative italiane negli anni della crisi sono cresciute a tassi superiori a quelle delle imprese di altro tipo. L’importanza del sistema cooperativo per l’intera economia italiana va oltre le cifre, che pure sono significative. Con il perdurare della crisi è utile comprendere i meccanismi che hanno permesso alle cooperative di crescere e mantenere posti di lavoro

La cooperazione è la forma di impresa che si colloca nel complesso delle attività produttive che rappresentano la ricchezza italiana. Le origini della cooperazione in Italia risalgono alla metà del XIX sec. La prima cooperativa di consumo fu chiamata il “Magazzino di previdenza”, a Torino, mentre ben presto sorsero le prime cooperative di produzione e lavoro ad opera di Luigi Luzzati (1865). Erano tempi quelli in cui l’usura e la povertà dominavano e la ricchezza, prevalentemente agricola, stava nelle mani di pochi. La rivoluzione industriale, che faceva i primi passi, da una parte apriva nuovi orizzonti lavorativi, dall’altra parte creava nuovi problemi per la maggior parte dei “cittadini”. Oggi la consistenza del movimento cooperativo in Italia è molto rilevante e la storia del movimento cooperativo e la volontà di incidere sul mercato quale forza economica di rilievo ne è la prova. Lo sviluppo del sistema cooperativo e l’accresciuto livello di diffusione territoriale testimoniano che quello cooperativo non è più un fenomeno sporadico.
La funzione rilevante che svolge la cooperazione nel sistema economico del nostro Paese, è rimarcata dall’entità delle cifre che emergono dalle statistiche. I dati permettono di sottolineare come nell’organizzazione di un sistema economico a base localistica la cooperazione costituisce un punto di riferimento più consistente per la valorizzazione delle risorse locali. La significatività della cooperazione in Italia viene confermata dalla rilevanza che le si assegna nel più ampio panorama economico del Paese. Il 23 gennaio scorso è stato presentato, a Roma, il Rapporto Euricse sulla cooperazione in Italia. Il rapporto è stato preparato e presentato dal prof. Carlo Borzaga nella sede romana della Federcasse, alla presenza di Giuliano Poletti – allora presidente di Lega Cooperative e dell’Alleanza delle Cooperative Italiane (una fusione delle cooperative rosse con quelle bianche) ed oggi Ministro del Lavoro e del welfare – di Rosario Altieri e di Maurizio Gardini.
Dal Rapporto emerge che le imprese cooperative italiane negli anni della crisi sono cresciute a tassi superiori a quelle delle imprese di altro tipo. L’importanza delle cooperative per l’intera economia italiana va oltre le cifre, che pure sono significative. Con il perdurare della crisi, è evidente che una conoscenza approfondita dei meccanismi che hanno permesso alle cooperative di crescere e mantenere posti di lavoro, appare sempre più necessario. Le cooperative con la loro capacità di sviluppare la produzione, realizzare investimenti e tutelare il lavoro anche negli anni di crisi dimostra la validità di un modello nato per dare risposte ai bisogni delle persone. La cooperazione non cerca un profitto immediato, ma valorizza la partecipazione responsabile dei soci per contribuire alla crescita di tutta la comunità. “Per questo motivo – ha concluso Poletti nel suo intervento alla presentazione del Rapporto – la forma cooperativa è uno strumento utile per favorire un nuovo protagonismo sociale, una partecipazione attiva dei cittadini che contribuisca alla costruzione di un nuovo modello di sviluppo, più equo ed inclusivo”.
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