Nel maggio del 2009 è uscito su internet “
Il corpo delle donne”, un documentario di 25 minuti, realizzato dalla giornalista Lorella Zanardo, che “metteva a nudo” la manipolazione dell’immagine femminile fatta dalla televisione italiana negli ultimi 25 anni. Personalmente l’ho visto con un certo disagio, ma più ancora con una certa sorpresa, perché non avendo seguito la maggior parte dei più diffusi programmi di intrattenimento, o avendo deliberatamente evitato veline e affini, mi era completamente sfuggito l’enorme impatto emozionale e la forza pervasiva di quei corpi ostentati e utilizzati ora come “esca” ora come puro oggetto ornamentale o di “arredamento”.
Dopo questa prima reazione mi sono sentita quasi in colpa per la mia inconsapevolezza, colpevole di non aver colto con tempestività il progressivo degrado cui andava sottoposta la figura femminile e non essermi accorta attraverso quale lente deformante la donna veniva presentata nell’immaginario di tanti adolescenti e giovani. Ho pensato che, come insegnante, non potevo sottrarmi al compito di affrontare in modo esplicito questo discorso, così ho cominciato a proporre il video alle classi in cui insegno e a discuterne con i miei studenti, maschi e femmine, di un liceo artistico romano. Mi sono resa conto che molti di loro avevano già elaborato personalmente una presa di distanza da questi modelli così negativi ed esprimevano una forte critica a questo sistema comunicativo. Nello stesso tempo si mostravano preoccupate e preoccupati per l’influenza pesante che potevano osservare nei ragazzi più giovani di loro, sia sulla loro mentalità, sia sui loro comportamenti. Ammetto che mi ha profondamente colpito osservare come la differenza di una manciata di anni rappresentasse quasi un salto generazionale e i loro giudizi avessero più il tono di un “genitore” che non di fratelli o sorelle maggiori.
E’ stata un’esperienza molto profonda e molto interessante. E poi, che cosa c’entra “il corpo delle donne con l’ora di religione?” C’entra, c’entra… e lo abbiamo visto insieme. Spesso è diffusa l’opinione che la Chiesa sia oscurantista e oppressiva nella sua morale sessuale e certi argomenti siano tabù, e invece proprio con l’insegnante di religione se ne stava parlando.
Anzitutto qualsiasi mercificazione del corpo – e quella attuata negli ultimi anni ha davvero superato parecchi limiti – calpesta la dignità della persona riducendola ad oggetto e contraddice il fondamentale assunto biblico che la corporeità è inscindibile dalla sua realtà spirituale. La corporeità è il luogo dove si manifesta l’individualità di ogni persona e dove si realizza la possibilità di entrare in relazione con l’altro. La creazione tutta, ma in particolare quella dell’uomo e della donna, è immagine stessa di Dio, e il rapporto tra i due non è pensato come sopraffazione ma come reciproco riconoscimento ed arricchimento. Se poi, perfino Dio, fa la scelta radicale di assumere un corpo umano per avvicinarsi all’uomo, questo corpo avrà davvero un grande valore!
Ogni atto che disprezza il corpo finisce con il ferire anche l’interiorità umana. E non solo la dignità femminile, ma anche quella maschile viene svilita in questa dinamica in cui la relazione diventa lotta per l’asservimento dell’altro e non comunicazione e complementarietà.
Siamo arrivati alla conclusione che vittime sono anzitutto le donne, ma in questa logica lo sono anche gli uomini e la società tutta che, perdendo i veri valori della femminilità, si impoverisce e involgarisce sempre più. E’ in gioco perciò non solo l’identità femminile, ma anche quella maschile, cioè l’identità della stessa persona umana.
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