Per venire incontro all’esigenza di un loro studio finalmente serio e privo di interessi allotri, negli anni scorsi la casa editrice Herder ha avviato un vasto progetto di rinnovata edizione delle opere complete (la Edith Stein – Gesamtausgabe, abbreviato in ESGA), conclusosi di recente, e che è andato a completare e sostituire una prima edizione, carente da diversi punti di vista (quella degli Edith Steins Werke). L’edizione nuova comprende ventisette volumi, suddivisi in cinque sezioni: una prima dedicata alle opere biografiche (la significativa autobiografia intitolata Dalla vita di una famiglia ebraica e gli interessantissimi volumi della corrispondenza); una seconda di scritti filosofici (dagli esordi fenomenologici, con la nota dissertazione sul fenomeno dell’empatia e i saggi pubblicati sullo Jahrbuch fenomenologico fondato da Edmund Husserl, sino all’opus magnum Essere finito ed essere eterno); una terza per i testi di antropologia e pedagogia, redatti in occasione di conferenze o per l’attività di insegnamento; vengono poi gli scritti di mistica del periodo più tardo, e, infine, le traduzioni.
Nel complesso un’opera davvero imponente, che pone le basi, come si accennava, per rendere piena giustizia anche al valore intellettuale dell’autrice, collocandola nel dibattito – fenomenologico per un verso e neoscolastico dall’altro – in cui il suo pensiero si è sviluppato, al di là di ogni forma di retorica o di polemica legata alle sue scelte esistenziali.
Un ulteriore passo importante in questa direzione è stato sicuramente il convegno organizzato a Colonia dal 20 al 23 Novembre del 2014, che, con il titolo di "Alles Wesentliche läßt sich nicht schreiben", ha appunto salutato la conclusione di questa edizione, radunando molti dei maggiori studiosi che, a livello internazionale, si occupano di questa pensatrice, alcuni dei quali sono stati anche coinvolti in prima persona, quali curatori dei volumi, nell’edizione. La città di Colonia rappresenta un punto di riferimento nella ricerca su Stein, ospitando il Carmelo in cui visse, e che oggi possiede i suoi manoscritti. Oggetto di un imponente lavoro di restauro e digitalizzazione, gli autografi vengono custoditi dal convento in un moderno Archivio aperto ai ricercatori, dotato di una biblioteca e diretto da Suor Antonia Sondermann. Ma a Colonia si trovano anche altre due istituzioni molto rilevanti per lo studio delle due direzioni centrali del pensiero steiniano, il Thomas-Institut, centro di filosofia medievale e lo Husserl-Archiv.
In Italia, invece, è anzitutto presso la Pontificia Università Lateranense che la ricerca dedicata ad Edith Stein viene portata avanti da molto tempo, grazie al lavoro della Professoressa Angela Ales Bello e della sua scuola, che si occupa anche delle traduzioni italiane. In quella sede accademica è stata avviata da alcuni anni una Area internazionale di ricerca dedicata a Stein, che propone cicli di lezioni, di seminari, e convegni, a cui hanno partecipato numerosi studiosi italiani ed internazionali. Quest’anno, si stanno appena concludendo un ciclo di seminari ed uno di lezioni, dedicati in modo particolare alle questioni dell’ontologia e dell’empatia. I temi scelti rappresentano una occasione di mettere a confronto le opere di Stein con alcune tendenze e dibattiti del panorama attuale della filosofia. Oltre che rispetto al contesto storico, secondo un punto di vista ricostruttivo, Stein viene così proficuamente letta anche nell’ambito delle discussioni attuali, rispetto a cui sembra poter rappresentare ancora una voce di interesse.