Il fatto
Napoli. 4 dipendenti in sciopero bloccano le funicolari e 60 mila persone. Quattro dipendenti, addetti alla manutenzione delle cremagliere delle funicolari di Napoli, hanno scioperato per 4 ore bloccando 60 mila persone che ogni giorno usufruiscono delle funicolari per gli spostamenti in città.
Chi ha votato NO alla riforma della Costituzione nel dicembre del 2016, dovrebbe anche ricordarsi che l’unico articolo della Costituzione che non ha ancora trovato applicazione è l’articolo 39, che sembra dimenticato da tutti. Esso dice che il sindacato è libero, ma che deve avere registrazione per ottenere personalità giuridica e validità universale per i contratti che stipula.
Non è la prima volta che ci ricordiamo solo il primo comma e ci dimentichiamo i seguenti, come spesso è successo per l’articolo 1: “la sovranità appartiene al popolo, che (però ndr) la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
Gli italiani prendono solo quello che fa comodo fanno finta di ignorare tutto il resto.
Veniamo al punto. Che cosa produce la non regolamentazione dell’articolo 39 della Costituzione? Dal punto di vista giuridico i sindacati sono delle associazioni private senza personalità giuridica che stringono un contratto con una altrettanta associazione privata; dunque il patto dovrebbe valere solo per gli aderenti alle due associazioni contraenti.
Che cosa fa diventare universale e valido per tutti il patto stretto tra due associazioni private? La “vacatio legis” ossia la mancanza di strumenti normativi in materia e quindi, per giurisprudenza ormai consolidata, il giudice applica la “analogia legis” ossia, per dirimere la controversia adopera quello che di più simile ha a disposizione anche se formalmente è un atto tra privati, cioè il contratto collettivo di lavoro.
Questo garantisce al sistema sindacale da una parte il monopolio della contrattazione, ma dall’altra anche un “far west” sindacale in cui quattro persone possono mettere in ginocchio una intera città. Ognuno si fa un sindacato per proprio conto e indice tutti gli scioperi che vuole come nel caso della funicolare di Napoli.
Non solo. Quando ci sono intere categorie di lavoratori che non hanno per loro natura la possibilità di costituire un sindacato, perché formalmente lavoratori autonomi, per forza di cose finiscono per non avere alcun tipo di tutele, come è il caso dei fattorini in bicicletta che portano pacchi o pizza a domicilio.
Da più parti si sente il bisogno dell’intervento del legislatore per tutelare tutti i suoi cittadini, non solo quelli che sono già protetti, e introdurre normative come il salario minimo di legge per queste categorie di lavoratori.
Anche in questo caso ogni tentativo di tutela cozza contro il muro sindacale che difende il monopolio della contrattazione, ma che lascia sguarnite le tutele ad una fetta sempre maggiore di lavoratori, siano essi i raccoglitori di pomodori della Campania o i fattorini in bicicletta.
Se venisse introdotto il salario minimo per legge, come esiste in tutti i paesi occidentali, i giudici del lavoro avrebbero un punto legislativo certo a cui fare riferimento e dovrebbero, almeno per certi aspetti, abbandonare l’utilizzo dei contratti collettivi di lavoro adoperati fin qui per “analogia legis”. Di nuovo si incrinerebbe il monopolio sindacale nella contrattazione.
Un vecchio segretario della Cgil, Bruno Trentin, in anticipo di 25 anni, aveva intuito il bisogno di cambiare il modo stesso di fare sindacato abbandonando il modello della fabbrica taylorista e aprendo il sindacato sul territorio (come allora si diceva) avrebbe intercettato i bisogni e le istanze del precariato diffuso di cui tutti, nessuno escluso, ha usufruito e continua ad usufruire. Evidentemente i processi di corporativizzazione che hanno investito tutta la società italiana da 20 anni a questa parte, hanno influito anche sulle scelte sindacali facendone uno strumento più di conservazione che di progresso.
La Chiesa di Papa Francesco sta dalla parte degli ultimi e il passaggio dalla società elettromeccanica del ’900 a quella informatica attuale, ha creato nuove povertà e isole di privilegi che devono essere rimossi.
Francamente credo sia giunto il momento di applicare l’articolo 39 della Costituzione e di estendere per legge dello Stato la tutela alle fasce di lavoratori che allo stato attuale ne sono esclusi, perché prima o poi il bubbone scoppierà e potrà prendere forme e sostanza molto pericolose per la stessa vita democratica del Paese.
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