Un laico cristiano al servizio del bene comune. E’ il titolo di un
libro scritto in onore di Mario Cortellese, nato nel 1913 e morto il 6 giugno del 2010. Sono le testimonianze di alcuni suoi estimatori che hanno costituito la narrazione della sua vita, in un convegno ad Acireale. Uno dei libri come tanti, senza pretese, si direbbe. Un uomo di cui non si conosce nulla della sua vita, eccetto quanto testimoniato dagli interventi nel convegno. Ma non capita di trovare tutta una vita spesa “al servizio del bene comune”.
I nodi della sua lunga esistenza si dipanano tra l’impegno ecclesiale (la FUCI, i Laureati cattolici), la scuola (insegnante di materie letterarie, insegnante nella scuola per Assistenti sociali, responsabile della Università Popolare) e la produzione di articoli e volumi relativi alla sua attività. Vissuto nel pieno degli anni del Concilio, fu un laico che ebbe chiara la sua funzione, senza eroismi, nella ordinaria vita quotidiana. Il Concilio fu un grande evento che cambiò la storia degli uomini e delle istituzioni e Mario lo visse e lo tradusse nella sua vita e nelle varie organizzazioni ecclesiali in cui ebbe la fortuna di essere parte attiva. Visse tra Acireale e Roma dove svolse la sua vita di insegnante, ma, nello stesso tempo, impegnato nell’associazionismo cattolico (FUCI, Movimento Laureati), di cui particolarmente si rende conto nella prima parte del convegno attraverso le relazioni Tiziano Torresi e Giuseppe Rossi.
Nella seconda parte, importante fu l’apporto di Cortellese alle vicende che si andavano svolgendo nella Chiesa e nella società. Significativa a tal proposito la testimonianza apportata da Carmelina Chiara Canta, che negli anni della sua esperienza romana, come dirigente nazionale dell’Azione Cattolica, ebbe modo di conoscere Mario (e ne divenne amica sincera fino alla fine della sua vita scrive) che trovò in Cortellese, trasferitosi a Roma anche lui, un sapiente ‘regista’ quando si stavano applicando i “Decreti Delegati”. Fu un periodo di grande trasformazione per la scuola che si apriva alla democrazia e alla partecipazione. Ma fu anche un periodo storico convulso e pieno di grande incognite. Di lì a poco l’Italia sarebbe stata colpita da violenze e da fatti di sangue. Altre testimonianze (comprese quella della nipote e dei figli), meriterebbero di essere ricordate.
Non si può non ricordare però la terza parte del volume che è occupata da una ricca raccolta di scritti di Mario Cortellese, da cui si evince la sua passione crescente per i fatti della storia che si aprivano alla modernità e che in una visione pienamente cristiana, erano da lui vissuti intensamente. Nello spazio di una recensione non si può dire tutto, ma si può, in estrema sintesi, affermare che dedicò la sua lunga vita per il ‘bene comune’, che è ‘bene’ per tutti e da tutti prodotto senza alcuna restrizione, per cui vale la pena di vivere. .
Giuseppe Rossi e Salvatore Leonardi, Un laico cristiano al servizio del bene comune, Studium, Roma 2014.
Citazioni
1) " (per i laici) il mondo non è la meta della loro missione, bensì il punto di partenza, il luogo in cui la prendono in consegna da Dio, il quale proprio dentro il mondo ormai sta…E’ in questi termini paradossali che i laici fanno continuamente entrare il mondo nella Chiesa, mentre la rilanciano incontro al mondo" (don Massimo Naro).
2) "Una bella stagione di pensiero sta dietro a noi; ma un’altra non meno bella e non meno ricca potrà aprirsi se si saprà raccogliere l’indimenticabile lezione di metodo del Concilio Vaticano II: imparare a leggere e rileggere ogni giorno "segni dei tempi" (Giorgio Campanini).
3) "Il nodo problematico…era il settore della scuola media superiore…i Decreti Delegati costituirono un fatto nuovo per la scuola italiana, sia sul piano dei contenuti che sul piano della collocazione storica del progetto….Nel suo cammino umano e spirituale due sono stati i fari che lo (a Cortellese) che lo hanno guidato anche nei momenti più difficili della vita: il Vangelo e il Concilio Vaticano II" (Carmelina Chiara Canta).