Il libro presenta i risultati di una ricerca – diretta da Carmelina Chiara Canta – nata con lo scopo di esplorare le diverse “forme” della laicità presenti oggi in Italia e in Europa. Lo studio ha permesso di individuare varie “tipologie” capaci di guidare il processo di sviluppo futuro della laicità a partire da un indagine rigorosa che ha cercato di qualificare l’oggetto di analisi e i relativi obiettivi. Il concetto di laicità ha, infatti, un carattere fortemente polisemico che va analizzato a partire da diverse prospettive, punti di vista e visioni.
L’interesse per lo studi del concetto di laicità si pone in continuità e sviluppa una serie di tematiche affrontate dal gruppo di ricerca in questi anni: gli studi sul consolidarsi del processo migratorio, sui fenomeni di ‘de’ e ‘post’ secolarizzazione, sull’emergere di una nuova coscienza di cittadinanza, sulle problematiche connesse alle dinamiche di laicità e democrazia, sull’accentuarsi del pluralismo cultura le e religioso nello spazio europeo e mediterraneo, sulla costruzione di nuovi scenari di dialogo ‘interculturale’ e ‘interreligioso’ nelle istituzioni sociali ed educative. In questa prospettiva si è voluto analizzare il principio della laicità dello Stato confrontandolo con quello che contempla il rispetto del pluralismo e della libertà religiosa.
A livello metodologico, il gruppo di ricerca – formato dai sociologi Andrea Casavecchia, Marco Saverio Loperfido e Marinella Pepe – ha scelto un approccio di tipo qualitativo utilizzando la tecnica dell’intervista a testimoni privilegiati, condotta anche con l’uso della videocamera. Si è data voce ai “protagonisti” della ricerca, rappresentanti autorevoli di varie concezioni della laicità e soggetti attivi dei rispettivi mondi sociali di riferimento: intellettuali, politici, responsabili e guide di diverse comunità religiose, giovani impegnati nell’associazionismo religioso, mostrano il “volto” composito della laicità italiana.
Dallo studio è emerso come l’articolazione della varie visioni della laicità non possa prescindere da una chiara messa a fuoco delle questioni che la interrogano: la fede, la scienza, il governo del pluralismo religioso, il ruolo della politica e quello dei media, l’emergere di un’etica relazionale e dialogica. Le declinazioni plurali che caratterizzano la laicità altro non sono che le diverse formule ipotizzate, nel corso del tempo e in contesti sociali e culturali diversi, per organizzare il rapporto tra pubblico e privato e per definire le forme legittime dell’abitare la sfera pubblica.
La “vivace” documentazione prodotta e l’analisi delle stesse interviste, oltre che nel testo, è contenuta anche nel DVD che accompagna il volume, che costituisce un esempio significativo di sociologia visuale.
Carmelina Chiara Canta, Andrea Casavecchia, Marco Saverio Loperfido, Marinella Pepe, Laicità in dialogo. I volti della laicità nell’Italia plurale, Salvatore Sciascia Editore, Caltanissetta-Roma, 2011.
Citazioni
“Perché una ricerca sociologica sulla laicità? Essa si presenta ancora come un problema irrisolto, che anima e mobilità molte questioni che sembrano non direttamente connesse: il voto politico, le questioni di bioetica, il pluralismo culturale e la libertà religiosa. La laicità si colloca al crocevia dei grandi che interessano questo inizio del nuovo millennio, rappresentando l’unica garanzia perché possa trovare espressione un autentico pluralismo culturale in un contesto di libero scambio fra soggetti pubblici diversi” (Carmelina Chiara Canta).
“Come delineare la laicità del futuro? A partire da questa domanda la ricerca ha inteso rimodulare il concetto e la prassi della laicità nella nostra contemporaneità, individuando delle tipologie capaci di guardare il processo di sviluppo futuro. Sicuri della possibilità di una “laicità aperta”, che si traduce in una laicità come visione del mondo e, conseguentemente in uno stile di vita, abbiamo cercato di scardinare alcuni stereotipi concettuali ideologici della laicità coniugandoli con la libertà di coscienza. Siamo convinti infatti che la laicità sia un atteggiamento intellettuale, inteso come libertà di coscienza, che comprende la libertà di conoscenza, credenza, critica, autocritica e riflessività” (Carmelina Chiara Canta).
“La laicità coincide con la capacità di confrontarsi in maniera rispettosa e libera, affermando e ribadendo ciascuno l’insieme dei valori di riferimento senza che essi diventino ‘assoluti’ da difendere con le ‘armi’ e da imporre alla parte avversa. (…) Né la Chiesa e i credenti né i cosiddetti ‘laici’ possono rinunciare a far entrare nel “discorso pubblico” i valori di riferimento: questo, infatti, costituisce l’occasione di un arricchimento reciproco” (Salvatore Rizza).