abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne.
15Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti,
per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace,
16e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce,
eliminando in se stesso l’inimicizia.
17Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini.
18Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito. (Efesini 2,14-18)
Gesù è il nostro maestro nel fare la pace. Paolo scrive agli Efesini, comunità di ebrei e pagani, per illustrare loro che la salvezza gratuita che viene da Gesù è il motivo del loro poter convivere insieme, proprio seguendo l’esempio di Gesù.
La parola ebraica shalom, pace, viene da un verbo che vuol dire avere a sufficienza: la pace deriva dal fatto di avere ciò che serve per vivere, di non dover lottare per avere ciò che è necessario per la vita. C’è anche un gioco di parole che avviene nelle lingue latine: da pacare, pacificare, fare la pace, c’è uno slittamento fonetico e si giunge a pagare. La pace può così essere vista anche come un grande pagamento mondiale: pagare il giusto prezzo delle cose, per cui tutti hanno il giusto per ciò producono e vendono, in particolare non c’è chi è sottopagato per il proprio lavoro svolto in condizioni dignitose.
Cristo è la nostra pace perché è Lui che ci fa avere a sufficienza ciò che è necessario per la nostra vita. Chi vive in comunione con Cristo non ha più bisogno di altro per poter avere ciò che gli è necessario per vivere. E’ lui che rende pacifico il nostro cuore, lo acquieta, lo rende appagato. Tutto ciò che è necessario ed è sufficiente è Gesù Cristo.
Quando Gesù è interrogato dallo scriba su quale sia il comandamento più grande risponde con il duplice comandamento dell’amore: di Dio con tutto se stessi e del prossimo come se stessi. In questo modo Gesù ha abolito la legge fatta di prescrizioni e decreti, ma ha confermato la legge condensata nel duplice comandamento dell’amore. Gesù ha creato così in se stesso un solo uomo nuovo, dei due che erano diversi e separati proprio dalle prescrizioni della legge.
Bisogna creare qualcosa di nuovo, quando si è separati, per poter vivere in pienezza. Non si può rimanere attaccati al passato, alla tradizione: le prescrizioni e i decreti, cui ci si attacca con la convinzione che ci aiutano a condurre una vita buona. Occorre andare oltre, fare un uomo nuovo costruttore di pace, capace di pacificare il desiderio di vita degli uomini, così che tutti abbiano vita a sufficienza. Per fare questo occorre creare una cosa nuova, così che quando si ha vita a sufficienza per tutti, tutti possono essere riconciliati.
Riconciliare (dal latino re-conciliare: unire di nuovo) vuol dire riunire ciò che era stato separato, ricostruire i legami antichi spezzati in modo nuovo: tra i due e con Dio, in un solo corpo. Qui il corpo è quello di Gesù, ma è anche il corpo sociale della comunità cristiana che si configura a quello di Cristo.
Il mistero pasquale è la novità di Dio che irrompe nella storia: è l’inizio della riconciliazione definiva del mondo a Dio che dà la vita a tutti. Tutti possono accedere alla novità di Dio che si manifesta in Gesù di fronte alle nazioni: lui, ebreo, permette a tutti di accedere a Dio.
Gesù compie tutto questo eliminando in se stesso l’inimicizia. Gesù ha conformato il proprio cuore a quello di Dio, eliminando così tutto quello che poteva creare inimicizia tra gli ebrei e i pagani. Gesù ha ritrovato l’origine vera della vita, ciò che è essenziale, ciò che Dio ha dato a ciascun uomo, in modo tale che ciò che poteva separare, lui lo ha eliminato dal suo cuore.
Il sabato è per l’uomo e non l’uomo per il sabato, tutti i cibi sono puri, ha perdonato i peccati, ha perdonato i propri persecutori sulla croce.
In questo modo ha fatto di se stesso un uomo capace di accoglienza verso tutti. In questo modo possiamo presentarci gli uni e gli altri, ebrei e le nazioni, a Dio, proprio perché Gesù ha fatto questo nella sua vita. Insieme possiamo presentarci a Padre, non più divisi e separati, ma riconciliati in un solo Spirito, lo Spirito di Gesù e del Padre.
E’ proprio questo Spirito che ha guidato Gesù nel conformare il suo cuore a quello del Padre, che lo ha riportato all’origine della relazione, ha fatto di lui un uomo nuovo, non più legato alle tradizioni, ma capace di reinterpretarle fino in fondo in maniera tale da permettere a tutti di potervi accedere, così da poter testimoniare l’amore di Dio di fronte alle nazioni. Mentre annunciava il regno di Dio, Gesù ha compreso sempre più cosa voleva dire riconciliare le nazioni in un uomo nuovo e in un modo nuovo.
La via della pace è una via che passa attraverso la morte, in Gesù la morte fisica che è segno di tutto ciò che porta alla inimicizia. Per noi invece è la morte nel nostro cuore di tutto ciò che ci impedisce di riconciliarci con gli altri, tutto ciò che ci impedisce di accogliere l’altro nella sua diversità, affinché insieme possiamo presentarci a Dio in un solo Spirito.