E’ lecito parlare di diritto al figlio?
No, non esiste nessun “diritto al figlio”. Esiste un diritto dei minori a che il loro interesse sia considerato prioritario dal legislatore. Esiste poi un diritto degli adulti a che un loro progetto di genitorialita non sia ostacolato dalla legge sulla base di pregiudizi o discriminazioni.
É la combinazione fra questi due principi che ha portato nel nostro paese all’equiparazione dei diritti fra figli legittimi e figli naturali; all’inserimento nella legge 40 del 2004 dell’obbligo di riconoscere il figlio della moglie o della compagna nato all’estero con fecondazione eterologa (allora vietata in Italia); all’abolizione da parte della Corte costituzionale dello stesso divieto nel 2014; alla sentenza della Cassazione del 2012 secondo cui costituisce un “mero pregiudizio” che un minore non possa crescere bene in una famiglia omogenitoriale; alle diverse sentenze dei tribunali – e delle Corti d’appello di Roma e Milano – sull’adozione dei figli della compagna dello stesso sesso; al riconoscimento da parte dei tribunali della doppia genitorialità di coppie eterosessuali sui figli nati all’estero attraverso la gestazione per altri.
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Quali questioni sociali apre la pratica della maternità surrogata?rn
In altri paesi (India, Cambogia, Thailandia, Nepal, Russia Ucraina dove, per inciso, la maternità surrogata è consentita solo a coppie eterosessuali, esistono invece situazioni di sfruttamento di donne spinte dalla povertà o da pressioni esterne, comunque non libere di scegliere. Contro questi casi, la cui condanna é unanime, andrebbe innalzata l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale. Confondere queste situazioni di sfruttamento con quello che accade nei paesi con una regolamentazione accurata e attenta agli aspetti etici delle relazioni fra i soggetti coinvolti è fuorviante.
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Lei è favorevole alla sua regolamentazione?rn