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Come Giovani delle Acli, il tema delle capacità trasversali e delle attitudini, ci sta molto a cuore ed è su questo che stiamo cercando di investire le nostre energie e risorse. Crediamo che lo sviluppo di queste competenze da parte dei giovani, faccia davvero la differenza nella ricerca del lavoro.

In questi ultimi anni, limitandosi a guardarsi attorno, senza incrociare i dati statistici o fare ricerche specifiche, ci si rende conto che la situazione riguardo al lavoro (in primis), alla formazione e alla cultura dei giovani italiani (e non solo) è di piena emergenza. Se poi andiamo ad analizzare i dati, la situazione si presenta anche più critica. Il dato dei giovani senza lavoro è in costante aumento: a prescindere dalle basi statistiche, in valori assoluti, il totale di disoccupati nella fascia 15-24 anni è salito da 425mila unità nel 2007 a oltre 574mila unità nel quarto trimestre del 2017. Inoltre è in aumento il numero di giovani cercano che fortuna fuori dalla propria regione (in genere dal sud verso il nord) o fuori dal nostro Paese, e tutto questo con un  tasso di natalità che è in caduta libera.

Con una situazione del genere è semplice capire come mai l’Italia stia diventando sempre meno un paese per giovani. In che modo si può uscire da questa impasse che sta purtroppo durando da troppi anni e che ha già compromesso più di una generazione?

Per semplificare un problema così complesso si può agire in diversi modi e su vari livelli. Ad un livello alto, di cui è responsabile il Governo nazionale, ci sono due importanti questioni che andrebbero affrontate a lungo termine: il rilancio dell’economia e la riforma della scuola e della formazione professionale.

E’ necessario trovare assolutamente un modo per rilanciare l’economia e riuscire a dare respiro e forza alle aziende che sono in difficoltà, a quelle che hanno bisogno di rinnovarsi, e riuscire a dare fiducia e “credito” a chi vuole aprire una nuova azienda. Si possono introdurre tutte le agevolazioni su nuove imprese e assunzioni (che comunque aiutano solo a tamponare il problema) ma la questione principale è che le imprese tante volte non si possono permettere di assumere nuovi dipendenti e, finite le agevolazioni, non riescono più a sostenere i costi del personale.

C’è un altro grave problema che rende frustrante la vita di un giovane che si sente pronto ad entrare nel mondo del lavoro; dopo una vita passata tra scuola ed università, il giovane  scopre che non è ancora pronto ad entrare nel mondo del lavoro e si scontra con esso. Troppo spesso capita che le aziende cerchino disperatamente determinate figure senza successo e sono costrette a cercarle all’estero o a formare da zero delle persone che hanno determinate attitudini e che sono predisposte a quel tipo di mansione. La scuola e la formazione professionale infatti non sempre sono efficaci nel creare figure che, al termine del loro percorso, abbiano sviluppato in modo adeguato le loro conoscenze e competenze trasversali.

Vivendo le nostre realtà ci stiamo rendendo conto però che qualcosa sta cambiando, non si demonizza più la “crisi” come negli anni precedenti, e si inizia a cercare qualche strada che possa aiutare ad uscire da questa condizione, vissuta dai giovani come “prigionieri di un periodo storico sfavorevole”. Il problema è trovare la strada giusta: in questa prospettiva la generazione degli adulti, le associazioni e la Chiesa possono svolgere un ruolo rilevante.

L’unione e la cooperazione di più soggetti può sicuramente dare un contributo molto importante ad educare le giovani generazioni all’intraprendenza, alla curiosità, alla capacità mettersi in gioco e investire sulla crescita di se stessi. E’ importante che i giovani capiscano che più esperienze si portano avanti nella vita più le “competenze trasversali” e la capacità di “stare al mondo” possono essere migliorate e rafforzate. Accompagnare i giovani nel trovare la loro strada quindi è una sfida che possiamo e dobbiamo cogliere per far sì che, in attesa che i livelli più alti (la politica) facciano i loro passi, i nostri ragazzi non “perdano tempo”, non entrino nel vortice della sfiducia e possano, attraverso le esperienze e le opportunità che avranno, rafforzare le proprie skills.

Come Giovani delle Acli, il tema delle capacità trasversali e delle attitudini, ci sta molto a cuore ed è su questo stiamo cercando di investire le nostre energie e risorse. Crediamo che lo sviluppo di queste competenze da parte dei giovani, faccia davvero la differenza nella ricerca del lavoro. Durante il campo estivo nazionale, svoltosi lo scorso Giugno, abbiamo cercato di far comprendere ai nostri ragazzi l’importanza di scoprire i propri talenti per diventare moltiplicatori nel proprio contesto locale.

Proprio sul territorio, attraverso l’utilizzo di queste competenze e grazie ad metodo della co-progettazione – che intende coinvolgere enti, associazioni e gli stessi giovani che vivono il disagio     – cercheremo di aiutare i ragazzi con l’obiettivo di trovare soluzioni condivise.

Vogliamo lavorare quotidianamente per alimentare e tenere vivi i nostri sogni nostri e quelli dei giovani che sono attorno a noi perché, come ha detto Papa Francesco durante l’incontro dello scorso agosto a Roma, “i sogni sono importanti. Tengono il nostro sguardo largo, ci aiutano ad abbracciare l’orizzonte, a coltivare la speranza in ogni azione quotidiana. E i sogni dei giovani sono i più importanti di tutti”.

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