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I dati del gioco d’azzardo li troverete In rete: ma non basteranno dei numeri per far capire che ormai non è più un gioco. È molto di più. Dai pulsanti colorati delle slot machine e di altre diavolerie elettroniche possono perfino dipendere le vite delle persone. Qualche gestore e qualche giocatore avranno una vita più agiata. Ma il prezzo di […]

I dati del gioco d’azzardo li troverete In rete: ma non basteranno dei numeri per far capire che ormai non è più un gioco. È molto di più. Dai pulsanti colorati delle slot machine e di altre diavolerie elettroniche possono perfino dipendere le vite delle persone. Qualche gestore e qualche giocatore avranno una vita più agiata. Ma il prezzo di questa affluenza sarà, per qualcun altro, la dipendenza, se non – per pochi casi estremi – il suicidio, la morte sul campo (di gioco). Il giocatore, più che lottare contro delle macchine da gioco, gioca contro una una macchinazione commerciale in cui lui è parte debolissima. È un rischio continuo, nei bar e – con molti minori controlli – anche l’etere: l’articolo di Paolo Frusone ci dice anche dell’altro versante del gioco d’azzardo.

Mai come in questo caso un gioco dispone di ricadute così dirette sulla vita delle persone. Eppure il gioco nasce esattamente dall’opposto, dal mettere la vita tra parentesi. Lo spiega in un bellissimo pezzo Giovanni Grandi, con una breve ed efficace indagine etimologica che parte dal concetto di illusione: come in un gioco di specchi, si riuscirà ad uscirne? Con fatica, dalla lettura del “pezzo psichiatrico” di Luigi Janiri, dove capiamo fenomeni come il craving: il gioco sollecita energie nascoste e potenti. Un po’ come comprare una dose di sostanze che provocano euforia, ragiona Giuseppe Mulas: si compra adrenalina…

La società civile si è mossa sia con prontezza sia con creatività. Ad esempio c’è la campagna Mettiamoci in gioco. Ma ci sono manifestazioni anche più trendy, come gli slotmob, ben spiegati dall’articolo di Luca Raffaele.

Ci sono poi – molto concretamente – iniziative legislative che giacciono in Parlamento e attendono altre manifestazioni, quelle di una sufficiente volontà politica. Certo è che, di fronte alla pervasività di un gioco d’azzardo che si manifesta con molte forme diverse, non potrà bastare la forza della legge: occorrerà anche un po’ di buona educazione al gioco e la diffusione di una cultura che da una parte critichi questo fenomeno e dall’altro trovi vie per spiegarlo al grande pubblico. Noi di Benecomune.net facciamo oggi la nostra parte in questa grande battaglia di civilità.

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