La dipendenza da gioco d’azzardo determina cambiamenti neurobiologici e comportamentali, che contribuiscono al mantenimento della patologia. I sintomi più specifici della patologia del gioco d’azzardo sono rappresentati dall’emergere di fenomeni di craving e astinenza. Il craving è un desiderio irrefrenabile, soggettivo, che si manifesta come una tensione o una spinta alla ricerca di comportamenti di gioco. L’astinenza riguarda invece l’insieme dei fenomeni fisici, ma soprattutto psicologici, che si verificano dopo la sospensione del gioco (ansia, nervosismo, depressione, insonnia).Un fenomeno caratteristico di questa patologia è inoltre costituito dal rincorrere le perdite, rappresentato dall’illusione di rifarsi del denaro perso continuando a mettere in atto comportamenti di gioco.
Sotto la spinta di questo disturbo, è frequente che i giocatori patologici ricorrano alla menzogna relativamente al proprio reale coinvolgimento nel gioco, o all’indebitamento. La problematica del giocatore finisce per coinvolgere le famiglie, con notevoli ricadute sulle condizioni economiche e sociali che producono danni e dissesti finanziari duraturi e difficili da fronteggiare.
Il gioco d’azzardo patologico è attualmente interpretato come un problema di salute che si instaura in persone che hanno una specifica vulnerabilità biologica e psicologica. Questa vulnerabilità favorisce lo sviluppo di un rapporto patologico (di dipendenza, appunto) con una attività che coinvolge la restante parte della popolazione in modalità non dannose. Sono frequentemente associate alla dipendenza da gioco altre dipendenze (nicotina, sostanze, alcol), così come altri disturbi psichiatrici (in particolare i disturbi dell’umore e i disturbi di personalità). Tali fattori contribuiscono a determinare la vulnerabilità soggettiva, che rappresenta il terreno sul quale si instaurala dipendenza da gioco.
Per fronteggiare l’incremento di questa patologia dalle ricadute sociali devastanti sono necessari sia interventi di prevenzione sia percorsi di cura. Le misure di prevenzione riguardano prevalentemente la protezione dei soggetti vulnerabili (giovani, anziani, soggetti con altre dipendenze). Le cure sono rappresentate da percorsi psicologici e riabilitativi, affiancati quando necessario da trattamenti farmacologici. Questi interventi, realizzati con l’aiuto di professionisti specializzati, sonomirati al superamento della specifica vulnerabilità individuale e alla promozione di un cambiamento verso comportamenti meno distruttivi e maggiormente adattativi.