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In mancanza di notizie in agosto sui giornali tutto fa notizia e una affermazione del Ministro Gelmini durante un convegno a Cortina ha scatenato un polverone sul presunto razzismo nei confronti della scuola del Sud. Cosa aveva detto di tanto grave il giovane Ministro dell’Istruzione?
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Aveva semplicemente ricordato le fredde statistiche dell’Ocse che vedono l’Italia messa male e il Sud malissimo nel confronto internazionale sui livelli di apprendimento dei giovani quindicenni. Pochi hanno letto l’indagine Ocse-Pisa (a cui benecomune.net ha dedicato un alcuni approfondimenti).
E molti tra coloro che non avevano letto questa indagine si sono esercitati in un banale e retorico "tiro al piccione" contro Mariastella Gelmini. Tutto l’armamentario della retorica è stato messo in campo. Con un risultato: quello di nascondere agli occhi dei lettori i problemi reali della scuola italiana. Tra i collaboratori del Ministro Gelmini il prof. Cipollone, Presidente dell’Istituto di valutazione nazionale, ha ricordato che mediamente i ragazzi del Sud hanno un ritardo di due anni se si misurano in modo rigoroso gli apprendimenti nei tre campi studiati dall’indagine Ocse: la comprensione della lingua scritta, la matematica e le scienze. Forse pochi sanno che l’indagine Ocse-Pisa ha una caratteristica che la rende particolarmente attendibile: la terzietà dei somministratori del test. Inoltre l’indagine Pisa non mira a verificare l’apprendimento mnemonico delle regole grammaticali o delle formule scientifiche bensì la capacità di applicarle. Nell’indagine del 2003 la Germania uscì piuttosto male. I giornali tedeschi presero molto sul serio questi risultati (senza esorcizzarli come i retori del giornalismo italiano hanno cercato di fare in questo scorcio di agosto). Si parlò in Germania di "Pisa shock". Il Ministero tedesco fece esattamente quello che ha proposto, tra lo scandalo generale, la Gelmini: corsi di formazione intensiva per gli insegnanti e "allenamento" degli alunni al testing. Dopo tre anni la Germania ha risalito ben nove posizioni. Ma in Italia amiamo dividerci tra Guelfi e Ghibellini e tra amanti o detrattori del Sud senza capire che la questione meridionale della scuola esiste ed è un problema nazionale da risolvere con strategie nazionali. I risultati dell’indagine Pisa non evidenziano una minore capacità didattica dei docenti del Sud, occorre dirlo con chiarezza. Tali dati ci dicono che i ragazzi del Sud hanno risultati di apprendimento largamente inferiori alla media nazionale.
Tra i rari commenti ispirati a rigore e onestà intellettuale, quello di De Mauro. "Purtroppo Cipollone e sostenitori dell’ipotesi ‘due anni di ritardo’ sono ottimisti – sostiene De Mauro – Il Sud conosce punte di eccellenza, certo, ma questo non c’entra. Dove gli allievi non raggiungono lo standard il ritardo non e’ misurabile in anni: e’ epocale". Anche un altro ex Ministro, Luigi Berlinguer ha dichiarato che si può parlare di un vero dramma, di una emergenza nazionale della scuola nel sud e di un abbassamento della complessiva qualità scolastica nel Sud. "Nel passato – ha dichiarato Berlinguer – un liceo o una scuola elementare di Napoli aveva in genere un livello analogo alla consorelle milanesi. Oggi non è più così.
Il dramma è gravissimo, bisogna fare qualcosa". Esattamente quello che aveva detto Mariastella Gelmini il 23 agosto a Cortina prima che si scatenasse la tempesta in un bicchier d’acqua. Ora dopo i fumogeni occorre riflettere in modo critico. Nominare i problemi con il loro nome: edilizia scolastica, malavita e malaffare, crisi della formazione professionale, abilitazioni facili, eccesso di precariato. E con la stessa chiarezza indicare "l’altro Sud", quello ignorato dalle media statistiche. Per affrontare davvero i problemi e dare dignità e autorevolezza ai tanti insegnanti del Sud che sono in prima linea e lavorano con competenza e alle tante esperienze positive di cui è ricca la scuola del Sud. Affrontare la questione meridionale della scuola è un modo concreto di realizzare, anche nel nuovo scenario del federalismo, il bene comune del Paese.
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