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Ricordo bene come pochi anni fa, trovare un solo articolo di giornale sui problemi generali dell’università e della ricerca, fosse una vera impresa. Questi infatti venivano invariabilmente considerati argomenti da specialisti e pertanto ignorati dai mass media più popolari. “Finanziare la ricerca scientifica” è invece il tormentone che oggi ascoltiamo da ogni parte, dai discorsi del capo dello Stato a quello dei politici di ogni schieramento e degli ospiti di salotti televisivi.

Non c’è dubbio che nel nostro paese esistano centri di grande eccellenza nella ricerca e giovani di grande talento che sono costretti ad andare all’estero per realizzare i loro progetti. Questo lo sappiamo tutti, ma quello che forse in molti facciamo finta di non vedere è lo stato agonizzante della diffusione della cultura scientifica in Italia. E non si può parlare di “finanziamento” se si disgregano le basi culturali che sono il presupposto della ricerca scientifica. Sono molte tipologie di “nemici della cultura scientifica” ma certamente le più pericolose sono quelle i cui membri sono rappresentanti di istituzioni. Vi descriverò brevemente qui di seguito due esempi: le pericolosissime sette degli “Estremisti Puristi” e quella dei “Rassicuranti Simpatici” che dominano il panorama culturale italiano. rn

Per caratterizzare gli adepti al primo gruppo vi racconterò un brevissimo aneddoto. In un convegno sulla biologia organizzato da dei fisici, il direttore di un progetto di nuovi sistemi di calcolo, aprì la sua relazione dicendo “Mi sembra ovvio che capiremo tutto della biologia quando riusciremo a scrivere le equazioni Schrödinger per una cellula”. Mi misi a ridere di gusto pensando ad una battuta davvero divertente, ma così non era: sguardi impietriti carichi di disprezzo mi fissarono. Imbarazzato me ne andai in silenzio fra la riprovazione dei presenti. Ancora oggi mi chiedo come sia possibile per qualcuno credere onestamente che la meccanica quantistica possa essere la base per capire come curare un cancro o un raffreddore! Eppure gli Estremisti Puristi sono ovunque e ancora cercano (inutilmente) di convincerci che Gesù non era il figlio di Dio perché non poteva camminare sulle acque: la fisica non lo permette.

La setta dei “Rassicuranti Simpatici” è composta invece da quelli che fanno gli esperimenti in tv, da quelli che ci ricordano come la scienza progredisca ogni giorno di più verso un futuro radioso, dove ogni problema sarà risolto e tutto sarà possibile previo versamento di denaro all’istituto di ricerca di turno. Il suoi adepti si riconoscono dai modi affabili e dal sorriso a 32 denti. Sono sempre di buon umore e, con un’espressione tenera e paternalistica, ci spiegano come gli scienziati indaghino ogni cosa con cuore puro e spirito devoto, come il sapere progredisca incessantemente e, se oggi ancora non abbiamo alcune risposte, è solo perché non abbiamo speso abbastanza soldi per finanziare le ricerche. Sono sempre quelli che ci raccontano come sia simpatica la “particella di Dio” e come sia giusto e dignitoso spendere 6 miliardi di euro per sapere se il signor Higgs fosse un galantuomo oppure no. Per “l’onore dello spirito umano” dicono. Ma quale onore? Quale spirito? Forse il famoso e misterioso “spirito di patata”?

Gli Estremisti ed i Rassicuranti sono due facce di una stessa medaglia: continua purtroppo a prevalere l’idea che la conoscenza scientifica possa “progredire” mediante un processo di accumulazione del sapere dove nuove scoperte semplicemente si aggiungono alle vecchie. Ma chi fa davvero ricerca sa bene quanto sia falso questo paradigma e come la scienza si muova attraverso nuove scoperte che nascono da nuove domande. E le nuove domande nascono dalla ricombinazione collettiva delle idee e dei punti di vista. La scienza si alimenta di atti creativi, di speciazioni improvvise e di rivisitazioni costanti. Essa è viva solo se e solo se è vivo il senso critico, la voglia di capire, di confrontarci con la realtà e la sua immensa complessità senza perdere il senso di meraviglia e di sorpresa che la vita ci regala ogni giorno.

Sarebbe davvero un grande passo in avanti se tutti ci rendessimo conto dell’importanza di “finanziare” non solo la ricerca ma anche la “voglia di ricerca” e un giorno (forse) troveremo tutte quelle cose che neanche la nostra filosofia può oggi immaginare.

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