La prima riflessione fondamentale sull’acceso dibattito di questi giorni sulla legge 194 è la seguente. I temi etici sono temi che coinvolgono le coscienze e convinzioni personali, sono temi di un ordine diverso e superiore a quello delle questioni più strettamente politiche e quindi non debbono essere “sfruttati” o “catturati” dalla politica stessa.

Prova ne è l’eterogeneità delle posizioni all’interno degli schieramenti con esponenti del centro-destra contrari alla riforma ed esponenti del centro sinistra favorevoli. Considerare l’eventuale successo di una posizione o di un’altra come prova della vittoria di una parte politica sarebbe una sciocchezza oltre che una speculazione su un problema molto delicato.

Da “cinico” economista voglio osservare solo due cose. Primo, la nostra coscienza sempre più “ecologista” e sensibile alla vita sembra cadere in palese contraddizione quando si parla di aborto. La convenzione di Washington applicata anche in Italia stabilisce che se ci trovano all’aeroporto con un guscio di tartaruga siamo passibili di serie sanzioni pecuniarie mentre è possibile abortire il feto dopo il terzo mese in caso di problemi di salute “psichica” della donna.

Difficile sostenere nella civiltà della scienza e delle immagini nella quale possiamo ricostruire e filmare perfettamente tutta la crescita del concepito prima del parto che, dopo il terzo mese (ma anche prima), il feto sia un ammasso di cellule (non sarà come minimo biodiversità da tutelare !). Con le ecografie l’idea che la vita inizi prima dell’uscita dal ventre materno pare un fatto assolutamente assodato e persino patrimonio comune delle pubblicità.

Tornando alla tartaruga perché non posso dichiarare alla dogana aeroportuale che quel guscio è fondamentale per la mia salute psichica ? E la salute psichica è una motivazione per sopprimere vita altrui (potrà al massimo essere un’attenuante in caso di delitti tra adulti o una causa per la quale un figlio può essere tolto ai genitori e assegnato ai servizi sociali) ? Siamo sicuri che la salute psichica di una donna migliora dopo un aborto ?

E parto da qui per ricollegarmi al secondo punto. Un’osservazione cinica da economista nota che esiste un mancato collegamento tra domanda ed offerta. Da una parte chi non si sente in grado di portare a termine una gravidanza. Dall’altra moltissime coppie che non riescono ad avere figli e che si perdono nei meandri delle pratiche di adozione nazionale ed internazionale non per loro carenze psicoattitudinali ma per problemi burocratici e per la lentezza dell’iter. Un mio collega svedese sposato con un’americana mi ha raccontato di aver adottato sua figlia, ora sedicenne, prima che essa nascesse e addirittura, dopo essere stato avvisato dai servizi sociali della possibilità di adozione, di aver potuto conoscere la madre della bambina ancora incinta. Altri mondi altre culture e forse alcune esasperazioni, ma non esisteva anche da noi la ruota fuori dai conventi ?

Rifacendosi a questo esempio non potrebbe essere possibile in un paese civile offrire alla donna sul punto di abortire la possibilità di dare il proprio figlio in adozione una volta nato ? Ovviamente mantenendo rigorosamente il processo del tutto anonimo e punendo ogni tentativo tra futuro adottante e donna partoriente di realizzare un accordo del genere in cambio di denaro.

Primariamente però, ed è questa la strada maestra, bisogna fare di tutto per favorire il “first best”, ovvero creare le condizioni, anche economiche, affinché la donna che ha intenzione di abortire possa essere indotta ad accettare il dono della nuova nascita. Se la natalità è un problema che ci affligge non si vede perché i famosi bonus bebè di cui si parla dovrebbero essere soltanto pagati ex post e non anche ex ante.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo!
Altri articoli in

Scienza e biopolitica
Alberto Gambino

Non si può risarcire il diritto a non nascere

Alberto Gambino

Legge 40 e creatività europea

Alessandro Giuliani

Il Rigore della Scienza. Viaggio nei deserti dell’Ovest

Redazione

Divieto di fecondazione eterologa: la Corte deciderà il 22 maggio

Alberto Gambino

Caso S.Filippo Neri e la crioconservazione degli embrioni “abbandonati”

Redazione

Aspettare o incamminarsi? La difficile convivenza tra paradigmi scientifici

Redazione

L’Economia (complessa) contro la scienza triste. Appunti per il bene comune

Carlo Modonesi

Il fantasma scientifico delle razze ai tempi della crisi

Ignazio Licata

Particella di Dio o Bosone di Goldstone?

Redazione

Il sonno (o il sogno?) della ragione produce mostri

Redazione

Il no alla brevettabilità di medicinali da staminali embrionali. Parla l’esperto Andrea Stazi

Redazione

Scienza. La scoperta sui neutrini

Redazione

L’età per procreare e i diritti del bambino

Alberto Gambino

Le mamme nonne e il diritto all’egoismo

Fabio Macioce

Stato etico, o pazienti irragionevoli? L’età per procreare

Alessandro Giuliani

Mal d’amore. Pillole magiche e medicina debole

Redazione

Biotestamento: il rischio di abbandono dei malati

Redazione

Brevettabilità dei geni umani

Alessandro Giuliani

Caligola e le biotecnologie

Andrea Stazi

Sequenza del Dna, la ricerca si scontra sul brevetto*

Alberto Gambino

Biotestamento. Obiezioni alle tesi di Rodotà, Zagrebelski e Saviano

Alberto Gambino

Scelta di fine vita. L’amministratore di sostegno non è un fiduciario

Alessandro Giuliani

Il “lato B” del progresso. La lezione di Enrico Fermi

Alessandro Giuliani

Finanziamento alla ricerca. Sfatiamo alcuni miti

FACEBOOK

© 2008 - 2024 | Bene Comune - Logo | Powered by MEDIAERA

Log in with your credentials

Forgot your details?