Da ultimo, fa una certa impressione che il giornale radio Rai di stamattina, il quale è servizio pubblico con obbligo di pluralismo, abbia riportato soltanto la voce di un pubblicista, ben noto per le sue battaglie ideologiche, che ha dato per acquisito che un decreto di legge in materia non sarebbe certamente consentito in quanto andrebbe contro le sentenze dei giudici.
E’ utile e doveroso riportare tutta la verità giuridica della vicenda, rispetto alla quale oggi esiste una decisione (il decreto della Corte di Appello di Milano) che consente soltanto al tutore di operare il distacco e che non obbliga nessun’altro a farlo, né strutture sanitarie, né medici: dunque per loro può operare il reato di omicidio del consenziente che, fino a prova contraria, è ancora vigente nel nostro ordinamento”.
E’ perciò a dir poco fuorviante affermare che si voglia impedire l’attuazione delle sentenze. Infatti è da circa sei mesi che la decisione dei giudici milanesi poteva essere attuata dal tutore in forma privata. E’ stata piuttosto una scelta del tutore quella di chiedere che fosse data rilevanza pubblica alla sua facoltà, con il coinvolgimento di medici e strutture sanitarie, che in Italia operano tutti – nessuno escluso – nell’ambito delle regole del Servizio sanitario. Né si può far passare che l’obbligo di distacco da parte di strutture sanitarie e medici discenda dalla sentenza del Tar della Lombardia (che peraltro sarà presumibilmente impugnata), in quanto, come è noto, tale sentenza vale solo per chi opera in Lombardia e oggi i legali del tutore della Englaro stanno invece tentando di far eseguire il distacco del sondino in Friuli.
Dunque è senz’altro legittimo e doveroso un decreto che confermi il divieto, già rintracciabile nel nostro ordinamento, di non spegnere l’esistenza delle persone privandole del sostentamento necessario, considerato che c’è una equipe di operatori sanitari ed una casa di cura che si stanno apprestando a farlo, in palese contrasto con i protocolli del sistema sanitario italiano.
E’ quanto mai importante che ciascuno si prenda le proprie responsabilità: i media perché raccontino tutta la verità giuridica della vicenda; il governo perché decida di assumersi la paternità politica di un decreto legittimo e doveroso, che rientra nelle sue prerogative costituzionali, senza tirare in ballo il Capo dello Stato, che, come è noto a tutti, esercita il suo potere dopo e non prima che i decreti siano approvati dal governo; e, infine, la magistratura penale perché vigili sulla legalità delle procedure che in queste ore si stanno seguendo.