Quasi tutti abbiamo sentito parlare dell’episodio in cui Caligola avrebbe eletto alla dignità senatoria il suo cavallo Incitatus. In realtà Caligola fece solo una battuta dicendo che avrebbe potuto nominare il proprio cavallo come senatore, essendo questo più capace dei senatori stessi. Questa svalutazione del ruolo dei parlamentari è in effetti un luogo comune di quasi tutti i dittatori, arrivando fino a Stalin e a Mussolini ( il famoso discorso sul ‘bivacco di manipoli’). Quello che qui ci interessa è però l’uso di un paradosso per affermare qualcosa d’altro. Nel caso del cavallo senatore, il messaggio era chiarissimo e percepibile a tutti: Caligola voleva trasformare l’ impero in una monarchia assolutista di tipo orientale e il manifesto disprezzo verso la classe senatoria era completamente in linea con questo progetto.
Di difficile interpretazione (e per questo qui se ne tenta una decrittazione ad uso dei lettori di bene comune.net) un analogo paradosso dei nostri giorni: la serrata battaglia sulla brevettabilità dei geni umani in vista della costruzione di test genetici (Andrea Stazi, Sole 24 Ore , 20 Febbraio 2011).
Il paradosso è legato al fatto che ormai è assodato che i test genetici non predicono nulla (i lettori possono leggere il recentissimo (Evans et al. (18 Febbraio 2011) Deflating the genomic bubble, Science 331: 861-862) e quindi non si comprende, su un piano esclusivamente pragmatico, il grande dibattito sul tema con impegnatissimi , aggiornatissimi, potentissimi, intelligentissimi alti funzionari europei e nordamericani che si sfidano in aule giudiziarie o di esclusive commissioni. E’ come se i senatori del primo secolo avessero preso sul serio il contenuto della burla di Caligola, fornendo dotti proclami sul perché un cavallo non potesse accedere al Senato invece che, come molto più pragmaticamente hanno fatto, organizzare un bell’attentato al despota.
Escludendo l’ipotesi di una totale follia delle classi dirigenti (la più importante motivazione per escluderla è il terrore che me ne deriverebbe), sono costretto ad andare un pochino più a fondo e a considerare due punti:
a) La scienza ha un tale prestigio nella nostra società che la stragrande maggioranza della popolazione è sinceramente convinta che possano esistere tali test genetici.
b) In una società in cui la comunicazione ha assunto un ruolo spropositato una affermazione non ha più bisogno di essere collegata ad un contenuto di realtà per avere un effetto concreto e misurabile. Insomma l’esplosione dei mezzi di comunicazione ha inopinatamente ‘allungato le gambe’ alle bugie consentendo loro di camminare speditamente in giro per il mondo.
Questi due punti ci consentono di capire che se solo pochissimi capiscono il carattere paradossale di una situazione questa diventa tutt’altro che una battuta e può dispiegare effetti nefasti sulla società.
Gli effetti nefasti sono legati alla perniciosa idea della completa manipolabilità del vivente, del totale controllo sulla natura e sulla salute che non è niente altro che la forma con cui si esercita il potere sul mondo nell’era contemporanea. Quel potere che legittima su un piano pseudo culturale uno sfruttamento inaudito del nostro ecosistema ed un impoverimento pauroso delle nostre capacità di giudizio autonomo.
Chi potrebbe accorgersi della totale inconsistenza della messa in scena? A ben vedere il Re è SEMPRE nudo ma quasi tutti sono pronti a giurare di averlo visto vestito sontuosamente. Chi di voi non si è stupito, vedendo i vecchi documentari dell’ Istituto Luce, a immaginare come persone sane di mente potessero rimanere serie alle buffissime occhiatacce, alle pause sbuffanti, alle frasi stentoree di Mussolini? Ecco, siamo esattamente nella stessa situazione, solo che abbiamo bisogno di mezzi più raffinati. Non viviamo più in una società contadina o di piccoli impiegati sognatori di un eroismo da romanzetto, qui la (cattiva) retorica è molto più stilizzata. Basta evocare parole dense di potenza arcana come Dna, Ricerca, Genetica ed ..oplà, il gioco è fatto!