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L’SOS lanciato da Cristian Carrara perché queste elezioni rappresentino l’occasione per rinnovare la classe dirigente è decisivo anche per l’orizzonte politico-istituzionale che accompagnerà il percorso di Benecomune.net nei prossimi anni.

Carrara chiede che siano candidati volti giovani, ma soprattutto persone nuove per idee e passione.
 
Ripartirei da qui.
 
Certamente l’innovazione di un Paese passa per la qualità della sua classe dirigente, e oggi essere classe dirigente concretamente significa far parte di quell’èlite che, pur in alternanza, governa i processi decisionali delle amministrazioni pubbliche.
 
La debolezza dei luoghi di selezione del personale partitico e l’asfittica autoconservazione del ceto dirigente – come dimostrano certe resistenze a non ricandidarsi in Parlamento – comportano sempre più che il decisore, per raccogliere idee, progetti e dunque strumenti di innovazione, finisca per rivolgersi all’esterno dei luoghi istituzionali. Ed è questa la debolezza, ma anche la forza, del nostro progetto.
 
Si pensi alle diverse sfere di policies, che vanno dalla politica industriale alle politiche delle Infrastrutture e della Logistica, passando per le politiche della Scienza e della Tecnologia e la politica Sanitaria, per finire alle due sfere hanno un influsso importante su un sistema di innovazione di un paese: la normativa e la politica concernenti l’industria delle telecomunicazioni e la normativa e la politica del mercato finanziario. Temi che l’attuale ceto dirigente, fondando il suo arruolamento nel professionismo della politica, non è certamente in grado di declinare se non con l’apporto decisivo di competenze esterne. Ed è questa la grande occasione che abbiamo davanti: riappropriamoci della delega consegnata per lungo tempo a politici in carriera e giochiamo in proprio senza svendere idee e progetti.
 
Siamo di fronte ad un grande impegno di modernizzazione, che, attraverso sguardi attenti e capaci di produrre idee, può contribuire a sollecitare le strategie più innovative, a cominciare dai temi dello sviluppo e dei talenti. Non più punto di osservazione, ma think-tank sociale, culturale e, in definitiva, politico, che muove dall’idea di una società delle possibilità fondata sulla conoscenza e sulla scelta, avviando un processo di allargamento della sfera di decisione individuale.
 
Si tratta di un cantiere aperto e rivolto ai singoli come ai gruppi, che muove dalla consapevolezza di potersi occupare del futuro, con la volontà di superare alcune frontiere proprie del paradigma anacronistico destra-sinistra e tentare di sostituirle con quelle dell’innovazione e del confronto. Il tema di grande attualità della sicurezza dei cittadini sta lì come un macigno a dimostrarlo.
 
L’impegno sarà quello di aderire alle idee "indisponibili" proprio perché di tutti, del competere, del meritare, dell’innovare per riformare e trasformare.
 
Ora proprio attraverso le ricerche e gli approfondimenti che stanno arricchendo questo sito, ma anche con la programmazione di incontri, sarà possibile rendere concreta ogni forma di scambio e di confronto per arrivare anche all’individuazione di vocazioni politiche, nel nome di una sintesi alta fondata sulle "buone idee" che, in quanto tali, non hanno coloritura ideologica.
 
Si badi bene: "sintesi alta", perché quando si tenterà di trovare il punto di incontro sui temi eticamente sensibili, sui temi della centralità della famiglia, sulla vita e sulla morte, la prospettiva non potrà che essere quella di una visione antropologicamente fondata sui valori della nostra Carta costituzionale, che, pur dopo sessant’anni, trova nella sua prima parte elementi di sintesi equilibrati ed attuali.
 
La politica ha bisogno di rinnovarsi nella sua anima. Ciò sarà possibile soltanto attraverso una possibilità concreta di rendere testimonianza anche nell’impegno personale, che, per chi crede, si muoverà nell’orizzonte di un progetto a misura d’uomo e aperto al trascendente.
 
Tutto questo non può prescindere da temi nevralgici, come la giustizia e l’equità, che coinvolgendo il nostro vivere civile, riveleranno lo stato di salute della nostra democrazia. Occorre tratteggiare una prospettiva di sviluppo e di riforma politica centrata sugli interessi dei cittadini e sulla loro dignità di persone, e per questo, oggi, radicale e rivoluzionaria.
 
Sta dunque all’impegno di ciascuno di noi perché i temi indicati si traducano in altrettante proposte di buon governo, con l’idea di non limitarsi alla loro individuazione, di non fermarsi ai titoli, ma di fornirne lo svolgimento, e poi l’attuazione. Consapevoli che la debolezza della politica di oggi, può essere garanzia della sua forza di domani soltanto se si riuscirà ad innervare il tessuto istituzionale di nuove e disinteressate intelligenze.
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