In Italia rimane di attualità il tema del federalismo fiscale. Da un lato c’è chi vede i giorni contati per le “cicale” nazionali, dall’altro chi si preoccupa degli effetti sulla coesione sociale che esso potrebbe avere.
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E’ evidente che sia sul fronte europeo sia su quello italiano il nodo centrale è sostanzialmente lo stesso. Fino a che punto è doveroso che le formiche corrano in soccorso delle cicale? Detto in termini meno banali: fino a che punto è opportuno che le aree territoriali che godono di livelli di produttività più elevati si facciano carico dei debiti/costi delle aree con un grado di sviluppo inferiore? In fondo, dicono i tedeschi, perché dovremmo rinunciare ad una parte della nostra ricchezza, frutto di impegno, fatica, sacrifici e oculato risparmio per salvare chi fino ad oggi ha vissuto sopra le proprie possibilità, truccando i conti ufficiali, senza preoccuparsi del fatto che prima o poi sarebbe arrivato il momento di pagare il conto?
In ultima analisi, si tratta di capire quale debba essere l’equilibrio tra solidarietà e responsabilità. La troppa solidarietà rischia di generare irresponsabilità da parte del beneficiario, che invece di provare a pescare, si limita ad aspettare il pesce donato dal vicino. D’altro canto, l’individualismo troppo spinto, oltre ad essere moralmente discutibile in sé, fa aumentare le disuguaglianze, crea tensioni sociali e alla fine si ritorce anche contro la formica che ha sbattuto la porta in faccia alla cicala.
Oggi le istituzioni politiche sono chiamate ad affrontare con maggiore urgenza questo tema. Il sistema economico globalizzato ci sta continuamente dimostrando che ciò che accade in un luogo ha effetti immediati anche in tanti altri territori apparentemente distanti. La crisi finanziaria della Grecia diventa una minaccia immediata anche per gli altri Stati europei. I gap di produttività e di sviluppo tra aree territoriali non sono solo un problema di chi ha il passo più lento, ma anche di chi va al passo di corsa. Lo sono per le ripercussioni sulla stabilità monetaria, ma anche sui flussi migratori, sulla sicurezza, sul disagio sociale…
E sarebbe sterile se la dialettica politica si riducesse alla scelta se parteggiare per le cicale o per le formiche. Nessuna delle due specie è perfetta e nessuna delle due ha solo torti da farsi perdonare.
E altrettanto inutile sarebbe discutere sul fatto se sia migliore il principio di solidarietà o quello di responsabilità. Entrambi sono auspicabili ed entrambi devono essere salvaguardati nella definizione delle regole del gioco. Occorre fare in modo che ogni area territoriale senta lo stimolo a migliorarsi e che ciascuna possa raccogliere i frutti dei propri meriti, ma occorre anche fare in modo che le differenze nei livelli di sviluppo non vadano oltre certe soglie e ci si continui a sentire parte di una stessa famiglia.
In questa prospettiva, il federalismo sarà davvero un’opportunità, e un’opportunità per tutti.