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Se si interrogano i cattolici non praticanti, i dati subiscono un significativo cambiamento.
Le preferenze per il PD salgono dal 31 al 44,8 mentre quelle per il PdL crollano dal 50 al 34,8 per cento, e le preferenze per l’Unione di Centro si dimezzano, dall’8,9 al 4,3.
Occorrerebbe verificare il campione per comprendere bene queste variazioni e il loro vero significato.
Ma un altro dato, messo poco in luce dai primi commenti, merita di essere citato.
Sulle questioni eticamente sensibili l’opinione dei "cattolici tutti" (assidui, saltuari e non praticanti) sono variate in modo significativo.
Mentre nel settembre 2005 erano il 30,4 i contrari ai DICO e alle altre forme di equiparazione al matrimonio delle coppie di fatto, questa percentuale sale significativamente al 45,4 per cento.
I contrari all’eutanasia passano negli ultimi 3 anni dal 39,8 al 44,9 per cento.
Tra i cattolici praticanti oltre l’85 per cento ritengono che la Chiesa faccia bene a intervenire sui temi della vita mentre solo il 15 per cento ritiene eccessivo l’intervento della Chiesa su questi temi.
Tra i cattolici praticanti e non praticanti la misura in cui i partiti sono vicini ai valori cattolici e’ il 47,1 per cento per l’UDC, il 40,4 per il PdL e il 36,8 il PD, l’11,9 per la Sinistra Arcobaleno, e il 9,4 per i Radicali di Pannella.
Questo dato conferma che la figura del "cattoconfuso", che si ispira vagamente ai valori cattolici ma ignora i fondamenti dell’insegnamento della Chiesa e la loro valenza sociale e’ certamente diffusa.
D’altro canto il relativismo (o quella che Baumann chiama "modernita’ liquida") mette in discussione le adesioni forti e diffonde anche la mucillagine dei valori e delle appartenenze.
Ma i dati che esprimono la crescente attenzione ai problemi eticamente sensibili meritano di essere ulteriormente approfonditi