E’ proprio quest’ultimo il tema che più ci ha affascinato sin da quando, studenti universitari – correva l’anno 1988 – avevamo chiesto ad alcune suore di indicarci il nome di un politico da invitare ad un incontro pubblico: Scàlfaro senza dubbio, fu la risposta. Libero da impegni governativi, l’allora deputato Scàlfaro partecipò al dibattito e alla domanda di uno di noi su come fare politica, lui rispose spiazzandoci: cercate una sezione di partito vicino casa, andate e partecipate agli incontri. Ci sembrò una risposta difficile da attuare: i partiti di fine anni ’80…, quanto di più lontano dai giovani! Ma cinque anni dopo eravamo lì a bussare alle porte del partito popolare di Mino Martinazzoli, volendo contribuire all’estremo tentativo di dare una qualche credibilità ad una politica agonizzante sotto l’onda di tangentopoli. E Scàlfaro, che ormai era il presidente, non esitava a incontraci, dandoci tutto il tempo per ascoltare i nostri dubbi, i nostri racconti sulla politica locale. “Non esitava ad incontraci, dandoci tutto il tempo…”: e tutti ricordano quale fosse l’impegno e la pressione cui quotidianamente si sottoponeva l’allora capo dello Stato. Ma in quel comportamento, nell’incontrare giovani ventenni in mezzo alle mille turbolenze e priorità della vita politica c’era la risposta etica che cercavamo: anche il più piccolo interlocutore merita rispetto, e Scàlfaro questo ce lo dimostra ogni giorno. Nessuna differenza tra un postulatore noioso, una suora di provincia, un giovane in cerca di conforto e ministri, ambasciatori, alti prelati e presidenti: ciascuno nella sua umanità merita rispetto e ascolto, è l’abc della politica, è l’abc dell’umanità. Così, terminato il settennato, non ci ha sorpreso più di tanto che nel dilemma se proseguire o meno come senatore a vita si è consultato con noi, per proporci di intrecciare i nostri percorsi con un impegno politico al suo fianco. E in questi nove anni con lui abbiamo toccato con mano quello che immaginavamo: la politica è prima di tutto rapporto umano. In giro per l’Italia, battendo ogni territorio in lungo e in largo, a parlare di Costituzione, di pace, di impegno dei cattolici in politica, senza che un giornale riportasse un rigo. Centinaia di incontri sino a raggiungere i paesi e le piazze più sperduti. La serenità dei momenti di dialogo tra un impegno e un altro, la stanchezza fisica nostra – con cinquanta anni di meno sulle spalle! – nello stargli dietro negli infiniti appuntamenti. Un grande esempio di vita polarizzata dal desiderio di non sottrarsi mai al richiamo di fare sempre al meglio il proprio dovere, di impegnarsi per gli altri, di offrire se stesso per contribuire al bene della comunità di cui si è parte, di mettersi in gioco senza calcoli personali quando c’è di mezzo una battaglia giusta o un valore importante da difendere. Con un grande senso di fiducia nell’uomo, e di ottimismo fondato nelle risorse dello spirito e nell’affidamento alla provvidenza. Un esempio di vita vissuta in piena armonia con uno dei tanti insegnamenti di De Gasperi che Scàlfaro ci ha trasmesso: "Anche nella vostra vita privata siate coerenti con ciò che proclamate nella vita pubblica". E come frutto: un intreccio impressionante di rapporti con associazioni, comitati, cittadini, che è emerso quando, chiamati ad esprimersi sulla riforma del centrodestra che stravolgeva la Costituzione, gli italiani hanno sonoramente detto di no. Con molti politici del centrosinistra che, lasciato da solo il Comitato per la difesa della Costituzione presieduto da Scàlfaro, ancora si stanno chiedendo come sia stata possibile quella vittoria così travolgente. La risposta il presidente ce la dà: nella politica non c’è calcolo che tenga, quando si ha la certezza che la battaglia è quella giusta. La stessa etica dei comportamenti oggi fa dire al presidente Scàlfaro che, a causa di una legge elettorale senza preferenze, nell’attuale Parlamento non siede alcun eletto dal popolo, ma solo nominati dai partiti. Segue il silenzio di tutta la classe dirigente italiana, beneficiaria di questo sistema. Perché l’etica dei comportamenti porta a dire cose scomode, sempre però pronti a dare una mano se c’è da ricostruire qualcosa. E Scàlfaro lo ha detto qualche giorno fa anche a proposito del PD: non criticate tanto per criticare, non litigate; insomma “vogliatevi bene”, come disse al congresso di scioglimento della Margherita. Ed è anche per questo che vogliamo bene a Scàlfaro. Auguri, e tante battaglie ancora, Presidente!
Auguri, Presidente Scalfaro!
Alberto Gambino e Stefano Magnaldi
rn
rn90 anni, oggi! Non sono molti, specie se a compierli è un calabro-piemontese dalla tempra inossidabile come Oscar Luigi Scàlfaro. Ci piace allora nel giorno di questo importante genetliaco raccontare il presidente di oggi, del dopo settennato per intenderci; il presidente che continua senza risparmio e con un’energia straordinaria a battersi per i valori in cui crede da una vita, primi su tutti, la pace, la difesa della Costituzione, il richiamo all’etica nella politica.
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