Sono in disaccordo per ameno tre motivi:-si va sempre più verso la "individualizzazione" del rapporto di lavoro che renderà sempre più forti i già forti e sempre più deboli i più deboli; chi si preoccuperà della qualità del lavoro e delle organizzazioni?-ciò danneggerà l’occupazione specie dei più giovani; -non ne trarrà certo benefici la qualità del lavoro dei soggetti ed anche delle famiglie laddove il lavoratore per far fronte ad esigenze economiche sarà sempre più costretto a non essere in famiglia.
Ovviamente la nostra nazione si è allineata; e forse è significativo registrare che SOLO cinque nazioni hanno votato contro ed aspramente criticato la proposta (Spagna, Belgio, Grecia, Ungheria, Cipro); ben magra soddisfazione. La proposta va detto per completezza che,del resto, è stata criticata anche dai sindacati europei.
Il nostro paese -è stato detto- è per la "semplificazione" delle norme che regolano il rapporto di lavoro, e che, nella misura in cui va verso la "individualizzazione" del rapporto stesso (contraddicendo ad un secolo di orientamenti differenti) è anche nel segno di quanto chiesto- non tanto paradossalmente- dalla Presidente dei giovani industriali italiani.
Non credo però che saranno tutte rose e fiori neppure da questa parte della barricata, visto che gli imprenditori invece che con un sindacato avranno poi a che fare con tanti gruppetti semi-corporativi con cui trattare. E’ questo che desiderano sperimentare come nuovo?