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Come al solito la Comunità Europea dà un colpo al cerchio ed uno alla botte….e la nostra nazione ha subito cambiato "registro". Ambivalente la posizione dell’U.E. che recepisce la parità di trattamento per i lavoratori temporanei e a tempo indeterminato, ma nel contempo dà il proprio assenso affinchè i lavoratori possano lavorare più di 48 ore raggiungendo le 60 ore fino alle 65 ore settimanali lasciandolo al giudizio del lavoratore.

Sono in disaccordo per ameno tre motivi:-si va sempre più verso la "individualizzazione" del rapporto di lavoro che renderà sempre più forti i già forti e sempre più deboli i più deboli; chi si preoccuperà della qualità del lavoro e delle organizzazioni?-ciò danneggerà l’occupazione specie dei più giovani; -non ne trarrà certo benefici la qualità del lavoro dei soggetti ed anche delle famiglie laddove il lavoratore per far fronte ad esigenze economiche sarà sempre più costretto a non essere in famiglia.
Ovviamente la nostra nazione si è allineata; e forse è significativo registrare che SOLO cinque nazioni hanno votato contro ed aspramente criticato la proposta (Spagna, Belgio, Grecia, Ungheria, Cipro); ben magra soddisfazione. La proposta va detto per completezza che,del resto, è stata criticata anche dai sindacati europei.
 
Il nostro paese -è stato detto- è per la "semplificazione" delle norme che regolano il rapporto di lavoro, e che, nella misura in cui va verso la "individualizzazione" del rapporto stesso (contraddicendo ad un secolo di orientamenti differenti) è anche nel segno di quanto chiesto- non tanto paradossalmente- dalla Presidente dei giovani industriali italiani.
Non credo però che saranno tutte rose e fiori neppure da questa parte della barricata, visto che gli imprenditori invece che con un sindacato avranno poi a che fare con tanti gruppetti semi-corporativi con cui trattare. E’ questo che desiderano sperimentare come nuovo?
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