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Vale la pena seguire passo passo la struttura di una mistificazione scientifica a mezzo stampa per comprendere come una notizia praticamente inesistente si possa trasformare in un ulteriore pezzettino del castello di menzogne che ci opprime.
I nostri fedeli lettori spero mi seguiranno allora in questo pezzo lanciato dalla Reuters che si presta benissimo all’analisi, raccogliendo in breve spazio tutti gli elementi base della scienza-spettacolo.

Il titolo, prima di tutto:

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Aids, il nuovo vaccino è un "passo importante" contro il virus 

Nessuno si sbilancia più in frasi apodittiche del tipo: ‘sconfitto il cancro’ ma sicuramente si può dire che la scienza sia fatta da ‘piccoli passi d’avvicinamento’ verso una meta. Questo appare sicuramente ragionevole, ma attenzione a non farsi ingannare da questo tono dimesso, un vaccino o è efficace o non lo è, magari può essere efficace ma tossico, ma è difficile che sia un ‘passo importante’. Di solito la ricerca è fatta da brusche interruzioni di rotta e salti improvvisi, piccoli e continui passi implicano che esista una meta, un progetto, ed una strada nota da seguire. Questo non è certo il caso di un vaccino che è una procedura simile al gioco della slot machine: si vince o si perde ma certo non si fanno piccoli passi.

Un vaccino sperimentale contro l’Aids, ottenuto combinando due prodotti già esistenti, ha fatto progredire notevolmente la ricerca di un modo efficace per contrastare la malattia.

Lo hanno detto oggi i ricercatori. Ma la sua applicazione potrebbe essere limitata, e un vaccino commerciale potrebbe richiedere altro tempo.

La prima fase dice che qualche passo si è fatto, la seconda raffredda gli animi, si crea suspense…

Il ministro della Salute della Thailandia, dove è stata condotta la ricerca, ha definito il risultato ottenuto "un importante passo avanti nello sviluppo di un vaccino contro l’Aids", mentre due agenzie delle Nazioni Unite hanno parlato di una "nuova speranza" nel contrastare il virus, sottolineando però la necessità di continuare a lavorare.

Almeno uno studioso ha detto che il vaccino potrebbe non funzionare nelle persone e nei paesi dove il virus Hiv è più diffuso.

Di nuovo tira e molla, c’è chi dice che è una bella notizia, c’è chi dice che probabilmente è quasi inutile (notare il sottile delirio della locuzione ‘almeno uno studioso..’)

Il vaccino è stato ottenuto combinando l’Alvac, prodotto da Sanofi-Pasteur, e l’Aidsvax, sviluppato da una società di San Francisco – la VaxGen – ma attualmente di proprietà dell’associazione no profit Global Solutions for Infectious Diseases.

La ricerca è stata finanziata dall’esercito Usa e condotta dal ministro thailandese per la Sanità pubblica, e funzionari di entrambi i paesi hanno detto ad una conferenza stampa a Bangkok che il vaccino ha abbattuto del 31,2% il rischio di contrarre il virus nei 16.402 volontari a cui è stato somministrato.

Finalmente appaiono dei numeri (31.2% di riduzione di rischio e 16402 volontari). Queste cifre sono di per sé sospette, 16402 volontari sono decisamente troppi per essere veramente volontari, si tratta sicuramente di persone molto povere a cui sono stati offerti dei benefici e che non hanno problemi a rischiare reazioni avverse. In Tailandia questo si può fare, dalle parti nostre no. Vediamo poi che tutta la novità è una combinazione di due vaccini che da soli non funzionavano, una miscela insomma, di scienza non c’è nulla, è pura empiria, a Roma diciamo ‘famo a provacce’ . Si ricorda infatti che la definizione di scienza implica la costruzione di un modello esplicativo delle osservazioni. Quanto al 31.2% di variazione per ora non sappiamo ancora interpretarlo, in quanto ci manca il dato di riferimento; dovremmo sapere infatti quale è il rischio di contrarre l’infezione nei placebo (chi non è stato vaccinato) per poi dedurne il 31.2%.

"E’ la prima volta in tutto il mondo che si trova un vaccino che può prevenire l’infezione da Hiv", ha detto il ministro thailandese della Salute Withaya Kaewparadai.

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UN GRANDE SUCCESSO PER I SOSTENITORI

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Il risultato, quasi del tutto inatteso, ha stupito i ricercatori, che dicono di non sapersi spiegare come mai la combinazione di vaccini funziona.

Questa seconda frase ci spiega come mai non si tratta di scienza, ci mette anche un po’ di ansia rispetto a questi ricercatori che fanno le cose in maniera casuale, ma chissà se si tratta degli stessi ricercatori che hanno progettato lo studio o di altri…

Per chi ha sostenuto la sperimentazione, affrontando le critiche che non fosse etica o fosse uno spreco di denaro visto che ci attendeva che non funzionasse, è un enorme successo. "Io, come altri, non pensavo che ci fossero molte probabilità che funzionasse", spiega il dottor Anthony Fauci dell’Istituto Nazionale di Allergologia e Malattie Infettive degli Usa, che ha contribuito a finanziare lo studio.

Qui ogni accenno di logica scompare nell’accavallarsi di frasi che si negano a vicenda, entra però il Luminare (Fauci è nome notissimo nella ricerca dell’ AIDS) che anche lui ammette di aver considerato male la ricerca, ciònonostante la ricerca è stata finanziata (perché diremmo noi? con quali motivazioni?). I sostenitori della sperimentazione (ricercatori? autorità? produttori?) gongolano ma non si capisce se perché sostenitori di una alternativa visione sulla plausibilità scientifica del loro progetto o perché fedeli assertori del ‘famo a provacce’, comunque sembra di stare all’uscita di una partita il cui pronostico è stato ribaltato più che in ambito scientifico. La scienza è sepolta nel ridicolo della magia, del puro ghiribizzo….

A Ginevra, l’Organizzazione mondiale per la sanità e il Programma congiunto delle Nazioni Unite sull’Hiv/Aids hanno dichiarato che "i risultati dello studio — che rappresentano un significativo progresso per la scienza — sono la prima dimostrazione che un vaccino contro l’infezione da Hiv in una popolazione adulta è possibile, e sono di grande importanza".

Ecco l’imprimatur ufficiale, la frase ponderata di due organizzazioni mondiali, niente colpi di testa, niente giudizi azzardati, il pulpito più alto dell’umanitarismo ha parlato ed ha parlato di ‘progresso per la scienza’ (scienza? scienza…c’è scritto scienza…) e di ‘grande importanza’..andiamo avanti

Le due organizzazioni hanno definito "modestamente produttiva" l’efficacia del vaccino.

Ma come non era di ‘grande importanza’? Anche queste organizzazioni mondiali sembrano affette da grave dissociazione, allora una procedura assolutamente basata sull’empiria, senza basi scientifiche genera un progresso scientifico, con risultati di grande importanza ma ‘modestamente produttivi’, Siamo alla schizofrenia ma vedete, tira e molla, dico e non dico, si’ e no…la classica non notizia…si mena il can per l’aia..ma ecco l’affondo:

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I RISULTATI RESTANO INCONCLUDENTI

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Analizzando in profondità i risultati del test, è emerso che le persone infette da Hiv nonostante la somministrazione del vaccino, avevano nel sangue la stessa quantità di virus e riportavano gli stessi danni al sistema immunitario dei malati non sottoposti al vaccino.

Questo significa che il vaccino contribuisce a prevenire la malattia, ma non ha alcuna efficacia una volta che il virus si trova nel corpo.

E va bene, allora se uno era già venuto in contatto con il virus il vaccino è inutile ma se veramente prevenisse…

"Nel gruppo a cui è stato somministrato il placebo ci sono state 74 infezioni, nel gruppo a cui è stato somministrato il vaccino il 51", ha spiegato in un’intervista telefonica il dottor Jerome Kim, colonnello dell’esercito americano del Walter Reed Army Institute of Research, del Maryland, che ha aiutato a condurre la sperimentazione.

O grazie colonnello, finalmente i numeri che ci mancavano, allora se immaginiamo che il gruppo di controllo (placebo, niente somministrazione del vaccino) sia uguale in numerosità a quello dei vaccinati dovremmo riuscire a ricavare il 31,2% di differenza (vedi all’inizio del pezzo) come il risultato del calcolo seguente: (74-51)/74 = 23/74 che in effetti fornisce come risultato 0.31 (31%) benissimo, i conti tornano, l’ipotesi di equa numerosità dei gruppi è quindi fondata e possiamo vedere quanto è il tasso di infezione nei due gruppi (ognuno quindi formato da 8201 soggetti, cioè a 16402/2) .. per il placebo abbiamo: 74/8201 = 0,0090 = 0.9%; per i vaccinati 51/8201 = 0,0060 = 0,6%.

Insomma riduciamo l’incidenza di 0,3 punti percentuali con un vaccino di cui nessuno è seriamente intenzionato a seguire gli effetti a lungo termine..non mi sembra un gran risultato detto così, meglio quel roboante 31%, notare che entrambi i numeri sono reali, solo il 31% non indica quale sia il rischio effettivo di contrarre la malattia….beh, modesto sì, nessuno prenderebbe in considerazione seriamente l’idea di vaccinarsi… ma forse la scienza ne trae beneficio, i ‘passi importanti’…continuiamo a leggere..

"Anche se il livello di protezione che garantisce è abbastanza modesto, lo studio è un grande passo in avanti per la scienza", ha detto Kim. "E’ la prima prova che lo sviluppo di un vaccino sicuro ed efficace è possibile".

Non so a voi, ma me questo colonnello Kim comincia a stare simpatico, viene sempre dietro ai miei commenti, già la scienza, ma come fanno a sapere che è sicuro? Dove sono gli elenchi degli eventi avversi? Come sono stati seguito i 16402? Per quanto tempo? Kim! Kim rispondi!…

Silenzio, l’unica informazione potenzialmente rilevante è taciuta, nessuno può saperlo, i 16402 sono svaniti per Bangkok e non hanno nessuna intenzione di essere interrogati ancora,,,,

Kim, ha sottolineato che il vaccino potrebbe non funzionare nelle persone e nei paesi dove il virus Hiv è più diffuso: in Africa, sui maschi omosessuali o tra chi fa uso di droghe per via endovenosa. "Il vaccino è stato testato in Thailandia ed è specifico per i ceppi attualmente in circolazione nel paese".

Niente, ormai siamo fuori strada, qui traspare un po’ di vergogna..funziona solo in Thailandia .. ma perché mai se avete appena detto che non sapete perché funziona, come fate a sapere che è specifico? Il senso è chiaro, ma bisogna essere un po’ maliziosi: nessun produttore si imbarcherà mai in un’impresa con dei margini così modesti, in nessun paese un vaccino che diminuisce di un inezia la probabilità di un evento rarissimo ha speranza di essere mai venduto, e nessuno mai si imbarcherà in un’altra sperimentazione (altro che avanzamento della scienza..), una ritirata onorevole insomma…

Sia Kim che Fauci fanno notare che il vaccino è stato elaborato specificamente per contrastare due sottotipi della sindrome da immunodeficienza acquisita: l’E, diffuso in Thailandia e nel Sudest asiatico, e il B, più comune negli Usa e in Europa.

Ma come Fauci, avevi detto prima che non c’era nessuna base razionale per il funzionamento ed ora insieme a Kim sbuca fuori l’effetto specifico..poi addirittura per gli USA e l’Europa (..certo lì pagano direbbe qualche malizioso, ed aggiungerebbe anche, ma non per una sola (termine romano per cattivo affare) come questa, è un po’ troppo anche in questi tempi bui..).

Siamo pronti per il comunicato aziendale? Eccolo:

L’AD di Sanofi-Aventis Chris Viehbacher ha detto in una nota che la società continuerà le ricerche sull’Hiv in collaborazione con studiosi, governi, ong e altre aziende che producono vaccini.

I volontari hanno ricevuto sei vaccinazioni, quattro con l’Alvac, due con l’Aidsvax.

Qualcuno vuole investire? Siamo buoni, non siamo la perfida industria farmaceutica, lavoriamo con scienziati e volontari delle ong..la crema del mondo, qualcuno vuole investire?

Si stima che i malati di Aids siano 33 milioni nel mondo. Da quando il virus è stato identificato negli anni 80, le vittime sono state 25 milioni.

I potenziali clienti sono infiniti, la malattia è gravissima (25 milioni, 33 milioni..) qualcuno vuole investire?

Fine dell’articolo, una sperimentazione inutile (come tante) forse dannosa (speriamo di no), nessun insegnamento, propagandata per ‘passo importante’, stanco tentativo finale di pubblicità aziendale…come mai l’esercito degli Stati Uniti? Questo non si spiega…

Fine dell’esercitazione

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