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A leggere i quotidiani pare che questo Natale gli Italiani lo passeranno nel segno dello sconcerto e della rassegnazione.

Può essere solo questa la reazione di fronte ad un Paese che vede il proprio Pil superato anche dalla Spagna, vantando un tasso di crescita triplo del nostro, che scopre con veemenza la piaga mai veramente curata delle morti sui luoghi di lavoro, che viene paralizzato dalla protesta degli autotrasportatori, che non riesce a trovare risposte sulla sicurezza dei cittadini che non puzzino di vecchi ideologismi, e che, infine, almeno nelle convinzioni di molte famiglie normali, si scopre più povero e insicuro.
 
A completare il quadro poco esaltante c’è l’attuale situazione culturale e politica: una “poltiglia” incomprensibile che tutto sembra avere a cuore, tranne che il Bene Comune. Nuovi partiti a vocazione maggioritaria di cui non si riesce a capire quale sia la strategia di lungo respiro e la vera proposta politica, piccoli partiti “personali” che combattono per mantenere le proprie posizioni di potere, un governo incapace di decidere alcunché senza mettere a rischio una maggioranza d’accordo su quasi nulla.
 
In questo Natale dunque, che attendiamo ogni anno con gioia, valgano per noi i segni della grotta e della stella. Una grotta di pietra, scabra e decisa, accoglie il mistero e le ragioni essenziali della nostra Fede. Il nostro impegno di cristiani attenti alla società in cui viviamo nasce anche da questa pietra, ed ha bisogno di farsi interrogare dal linguaggio provocatorio e ruvido di questo simbolo della natività. In una stagione in cui nessuno prende decisioni, in cui tutto si perde nella tiepidezza dell’indifferenza equivalente delle “opinioni”, in cui si ha paura di esporre il proprio pensiero per paura di risultare “antipatici”, vale la pena, da cristiani, recuperare un linguaggio ed un pensiero diretto, che abbia le sue radici nella chiarezza e nella franchezza, che sappia scuotere realmente una società ormai assopita.
 
Ma, accanto alla “durezza” e all’essenzialità della pietra, valga per noi la stella, che indica la direzione e illumina il cammino dei Magi. Non vi può essere impegno cristiano se non vi è in noi la chiarezza di quali siano i punti fermi, i valori, i principi in cui si radica la nostra Fede. Non vi è impegno cristiano che non abbia nella stella l’immagine della trascendenza e di una salvezza che viene donata, il proprio fondamento più vero. Stella che è consapevolezza di un “oltre” che permette di lavorare nel presente avendo a cuore veramente il futuro, un “oltre” in cui si radica la speranza cristiana, che non è illusione, ma certezza.  
C’è bisogno di recuperare questi segni, che sono atteggiamenti concreti. C’è bisogno di attingere all’esperienza cristiana nella sua interezza e nella sua scomodità mettendola al servizio della politica. Un’esperienza che ha il senso della propria autenticità, nella pietra e nella stella, nella provocatorietà della proposta e nella passione per il Bene Comune.
Buon Natale a tutti.
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