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Su un campione di circa tremila imprese quotate, delle quali si consoce il rating internazionale sulle caratteristiche di responsabilità sociale, i risultati principali mostrano che la scelta di CSR è anche un segnale sull’affidabilità dell’impresa sia se esplicitata come appartenenza ad un indice azionario, sia come conoscenza del rating sulle caratteristiche sociale delle imprese.rn
Nello specifico i risultati mostrano innanzitutto che l’essere all’interno dell’indice di responsabilità sociale DOMINI (rnrnrnrnrn
il primo ad essere basato sui criteri ambientali, sociali e di governance adottati dalle società nelle loro strategie di investimento) ha generato, il giorno dell’annuncio dei due fallimenti, dei rendimenti “anormali” dell’+1.2% rispetto ad un -1.7% del mercato. Inoltre, i dati mostrano che avere un punteggio elevato in termini di responsabilità sociale genera rendimenti dell’+0.2% per ciascun punto di maggiore affidabilità sociale, ed essere nelle top company in termini di responsabilità, anche quando non si è inclusi nell’indice azionario etico, genera rendimenti positivi nelle performance di borsa di un +1,0%.
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Al di là di eventi drammatici come la recente crisi, i risultati dello studio mostrano come la valorizzazione della responsabilità sociale abbia effetto innanzitutto sull’economia reale, determinando, ad esempio, un maggiore coraggio nell’attività creditizia e una riduzione del fenomeno del razionamento nelle fasi negative del ciclo. In questo ambito una nuova importante frontiera appare oggi quella della gestione del patrimonio (del “voto col portafoglio”) delle fondazioni bancarie. Istituzioni con finalità sociali che orientano ad esse la gestione delle proprie erogazioni non possono non seguire criteri analoghi in una funzione che ha enorme impatto come l’investimento finanziario della propria ricchezza. Da questo punto di vista l’utilizzo di criteri di rating etico in tale attività comincia a diffondersi a livello internazionale e, in alcuni primissimi casi, anche nel panorama italiano.
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Il nostro Paese, infatti, deve agli anticorpi solidali del proprio sistema bancario e alla qualità della vigilanza di Banca d’Italia il fatto di non essere stato travolto come altri dall’aspetto finanziario della crisi globale. Grazie a questi fattori, le condizioni della nostra finanza pubblica non ci pongono più né all’ultimo né al penultimo posto tra i paesi ad alto reddito e, per certi versi, in condizioni persino migliori dei paesi anglosassoni (se si considera complessivamente volume del debito pubblico e privato e deficit pubblico). Si tratta di un caso palese in cui il valore aggiunto di una maggiore responsabilità sociale, che si concretizza in comportamento diverso da quello delle grandi banche d’affari, epicentro della cris, ha effetti assolutamente decisivi sull’economia e sul benessere collettivo.
*MISTRA è un progetto di ricerca internazionale che vede coinvolto un gruppo di ricerca dell’Università di Roma Tor Vergata ( coordinato da Leonardo Becchetti e Rocco Ciciretti) e un pool di università europee (http://www.sirp.se/web/page.aspx?refid=11), su Investimenti Sostenibili il cui scopo è quello di studiare la convenienza economica degli investimenti socialmente responsabili.
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