Siamo oggi in condizioni di verificare con lucidità e chiarezza l’esito estremo di questa parabola, le macerie prodotte da questo sguardo avvilente sull’uomo che genera passioni tristi e non pone le condizioni per il raggiungimento della pienezza e soddisfazione di vita (in Italia il consumo di antidepressivi è raddoppiato dal 2001 al 2009).
Al terzo piano (il sistema economico e finanziario mondiale) la somma degli interessi individuali di trader e manager dediti solo alla massimizzazione del loro tornaconto personale all’interno di grandi istituzioni finanziarie, oltre a creare le premesse per il fallimento di queste stesse istituzioni, ha scatenato una gravissima crisi finanziaria mondiale. È il caso di dire riprendendo la favola mandevilliana che le api nell’economia globale portano nelle zampette delle piccole bombe atomiche e la loro mancanza di cura può non solo mettere a rischio la sopravvivenza del proprio alveare ma anche quella di tutti gli alveari vicini.
Al secondo piano (l’Europa) una costruzione politica, nata da forti spinte ideali che intendevano andare oltre quei conflitti di interessi nazionali che avevano portato a due guerre mondiali, si sta sfaldando a causa della perdita dell’ispirazione originaria, del trionfare degli interessi nazionali individuali e degli opportunismi di paesi che non hanno rispettato la disciplina di bilancio.
Al primo piano (Italia) osserviamo coi nostri occhi i risultati di una società dove la formazione di valori morali e civici è sempre più indebolita (perché indebolite le agenzie che tradizionalmente li trasmettono) e ha lasciato il campo al particolarismo più spinto. La somma degli autointeressi non più temperati dai valori produce cittadini abbienti che fanno tutto il possibile per evadere o eludere le tasse, una casta politica che cerca di assegnarsi privilegi sempre maggiori, cittadini arrabbiati che non sono affatto disposti a fare sacrifici né per i loro simili né per le generazioni future e hanno come unico obiettivo quello di far pagare ad altri (e di non pagare loro) il costo della crisi. Nessuno vuole tornare all’oro alla patria di mussoliniana memoria, ma una via di mezzo tra quel patriottismo “cieco” e l’attuale particolarismo sarebbe fondamentale per superare la crisi.
Abbiamo bisogno di rigore e disciplina fiscale, che è poi responsabilità nei confronti delle generazioni future, di sobrietà nella vita politica, di più fiducia, solidarietà e speranza che è la molla che ci spinge a puntare sul futuro investendo economicamente, nelle relazioni e nelle nostre competenze e professionalità. Abbiamo bisogno di più senso civico da parte di tutti. Per questo trovo sia stata geniale l’affermazione del compianto Tommaso Padoa Schioppa sulla bellezza di pagare le tasse.
Purtroppo il paese ha preferito alla fatica quotidiana ma remunerativa di coltivare virtù e valori la scorciatoia di chi prometteva magie e fuochi d’artificio che si sono rivelati un’illusione.
Le evidenze sperimentali degli studi più recenti dimostrano che la vita economica è fatta di situazioni (dilemmi del prigioniero, giochi della fiducia) nelle quali l’interazione tra individui puramente interessati produce risultati subottimali sia per loro che per la collettività. E che in queste situazioni l’assenza di collanti come fiducia e virtù civiche limita grandemente le possibilità di sviluppo sociale ed economico. Gli studi sulle determinanti della soddisfazione di vita completano il quadro indicando che la povertà di virtù sociali riduce enormemente la possibilità di raggiungere elevati livelli di soddisfazione e pienezza di vita spiegando ampiamente la crisi di felicità e di senso delle nostre società.
In tutti e tre i piani (sistema finanziario internazionale, Europa e Italia) ci troviamo in una situazione di stallo dalla quale non si esce con la somma degli interessi individuali. Ma la pienezza e il gusto della vita (e il segreto della creazione di valore sociale ed economico) scatta proprio quando usciamo da questa logica e cominciamo ad entrare nella logica dei valori e della gratuità. È il nostro atto unilaterale di fiducia e di dono che contagia e fa scattare la responsabilità nell’altro.
Se solo riuscissimo ad essere un po’ più intelligenti e a fare qualche sacrificio per perseguire la nostra felicità potremmo fare molto per migliorare il nostro benessere e quello delle nostre società.