Finalmente, verrebbe da dire. In mezzo a chiacchiere e caos sull’Alitalia, sull’immondizia, sulle elezioni, spunta improvvisamente un gran dibattito sul Battesimo. A causa della scelta di Allam. Strano, no?

Come qualche tempo fa, più duramente, si discusse pubblicamente su cosa è la misericordia, a causa della vicenda Welby. E come allora se ne sono sentite di tutti i colori. Per ignoranza, per mancanza di rispetto. O per il semplice vizio di parlare prima di attaccare il cervello. Ha stupito soprattutto vedere certi intellettuali come Magris, che tutti i giorni scrivono sulle prime pagine dei giornali di mezzo mondo, sentirsi un poco infastiditi per l’impatto pubblico della faccenda. Ma come, in Italia si fa pubblicità intorno a tutto, alle più grosse minchiate in tv, divorando le passioni e i talenti dei ragazzi e questi intellettuali se la prendono perché il Papa fa un battesimo pubblico (come il battesimo è sempre stato)? Invece di prendersela con lo svacco che assedia la cultura, le università, i loro stessi giornali, se la prendono con il Papa. Curioso. Ma resta il fatto che il protagonista della vita cristiana, il battezzato, ha fatto ancora discutere. Ma quanti si sono chiesti veramente cosa è il battesimo? E i media che si sono divertiti a frollare la notizia, a rimasticarla in modo spesso banale, hanno spiegato ai loro lettori cosa è? O ancora una volta si parla della esperienza della fede censurandola, così da dire: ah quanta invadenza pubblica della Chiesa, e intanto sottilmente, astutamente, pervicacemente, censurandola? Come quando si invitano preti ai dibattiti tv, per usarli (e sciocchi loro a farsi usare) secondo i linguaggi, i temi, i punti di vista a loro avversi, e però esponendoli, esibendoli…
 
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