Ancora nessuna novità sulla data di inizio del conclave mentre il collegio cardinalizio serra le fila della riservatezza, richiamando i propri componenti al più stretto riserbo sui lavori delle congregazioni generali, riunite in vista dell’elezione del successore di papa Benedetto XVI. Una seduta lunedì, due martedì, una mercoledì con il pomeriggio dedicato all’adorazione eucaristica e ai vespri presso l’altare della Cattedra di san Pietro ed ancora due giovedì in una tabella di marcia stabilita giorno per giorno.

I cardinali, ormai al completo, hanno iniziato la settimana alternando momenti di discussione, di preghiera e di contatti per trovare linee comuni di condivisione così da giungere all’individuazione di un pontefice ritenuto adeguato a raccogliere, affrontare e dare risposte alle sfide della Chiesa per i prossimi anni.
Giornate durante le quali i 115 cardinali elettori (il collegio in realtà ne contava 117 ma l’indonesiano Julius Riyadi Darmaatmadja sarà impossibilitato a partecipare per problemi di salute mentre lo scozzese Keith Michael Patrick O’Brien ha rinunciato, travolto dallo scandalo sugli abusi sessuali) tasteranno il terreno delle condivisioni per giungere a un candidato capace di raccogliere i due terzi dei voti.
Una maggioranza che richiede convergenza di vedute, cercando di mettere sulla stessa bilancia le diverse componenti ritenute prioritarie per l’elezione di un "buon papa": l’età non troppo avanzata per contare su un necessario dinamismo, una certa esperienza pastorale, una adeguata formazione anche linguistica per favorire la massima universalità della Chiesa, la provenienza geografica. Tante valutazioni che dovranno essere misurate sul campo delle rispettive opinioni, tenendo anche conto di aspetti delicati quali la vicenda Vatileaks che sembra comunque aleggiare sulle congregazioni, anche per le aspettative di alcuni cardinali di conoscere, prima di entrare in conclave, i contenuti della relazione della commissione istituita da Benedetto XVI e composta dai cardinali Herranz, Tomko e De Giorgi.
Le notizie sulle riunioni delle Congregazioni generali filtrano attraverso i briefing quotidiani di padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, con indicazioni sul numero dei cardinali intervenuti e sulle tematiche di massima affrontate.
Niente di più, d’altra parte la segretezza è uno dei presupposti del conclave e da sempre i cardinali sono tenuti al massimo riserbo. Anche in questa fase pre-conclave, con la consegna al silenzio come indicazione trasversale ai diversi gruppi, toccando anche i comunicativi cardinali americani che, dopo i primi giorni di briefing con i giornalisti, sono stati invitati a una maggiore prudenza e riservatezza, arrivando così a cancellare improvvisamente gli incontri con la stampa.
Un modo per tenere quanto più possibili blindate le discussioni interne, non dando evidentemente adito a ricostruzioni e ipotesi. In fin dei conti la stessa Segreteria di Stato vaticana, lo scorso 23 febbraio, aveva già diffuso un comunicato stampa nel quale si ribadiva la necessità di garantire la libertà del collegio cardinalizio contro eventuali pressioni che, mentre una volta provenivano principalmente dagli stati, "oggi si tenta di mettere in gioco il peso dell’opinione pubblica, spesso sulla base di valutazioni che non colgono l’aspetto tipicamente spirituale del momento che la Chiesa sta vivendo".
Senza mancare minimamente di rispetto allo Spirito Santo, per i credenti vero artefice dell’elezione del successore di Pietro agendo sui cardinali riuniti in Cappella Sistina, è evidente che alleanze e confluenze di vedute si saldano proprio in questi giorni.
In attesa dell’"extra omnes", la formula con cui si dà tradizionalmente avvio al conclave, chiudendo il mondo fuori dalla Cappella Sistina dove siederanno i cardinali elettori. La data stenta ad arrivare anche se ormai il collegio cardinalizio è al completo e l’esitazione sembra riconducibile alla volontà di ragionare sugli aspetti principali del governo della Chiesa e sulle tante questioni radicate nel presente e proiettate all’orizzonte.
"Si sente molto bene nel collegio la volontà di una preparazione adeguata, seria, approfondita – ha precisato padre Lombardi – che non sia affrettata. In questa situazione non è ancora parso opportuno porre una votazione sulla data del conclave che potrebbe essere avvertita da parte del collegio come una forzatura rispetto alla dinamica di riflessione e maturazione in corso nello stesso collegio".

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