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Don Luigi Padovese è morto accidentalmente perché il suo autista Murat Altun è improvvisamente impazzito o è stato vittima dell’islamismo ed è stato sgozzato con un omicidio rituale al grido "Ho ammazzato il grande Satana! Allah Akbar" – come suggerisce Asianews, agenzia del PIME guidata dal prudente Cervellera? Bisogna attendere per conoscere la versione più attendibile dei fatti. La prima versione ha puntato a non creare motivi di frizione con la Turchia. Interrogarsi, anche da parte di chi privilegia il dialogo rispetto alle vendette e alle guerre di religione, non pare illegittimo.

Alcuni dati possono illuminare. Nel 1880 i cristiani erano il 30 per cento della popolazione turca. Oggi sono lo 0,2 per cento. Il gesto di riconciliazione di Papa Benedetto verso la Fratenità dei lefevriani e’ stato criticato a causa delle posizioni di un vescovo "negazionista". Negare l’Olocausto degli ebrei è unanimemente ritenuto inconcepibile nei paesi civili. Ma c’e’ un altro negazionismo verso cui le posizioni sono più indulgenti. E’ il negazionismo, diffuso largamente, verso il genocidio degli armeni e degli assiro-caldei avvenuto in Turchia all’inizio del XX secolo.

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Per i nazisti, l’obiettivo era sterminare non solo una nazione ma una religione, quella ebraica. Sovente, parlando del genocidio armeno, si dimentica, che si tratta di un genocidio dei cristiani dell’Armenia. Il cristianesimo è nato e si è diffuso nelle terre che oggi sono turche: Efeso, Smirne, Antiochia, Tarso. La maggior parte dei cristiani di Turchia ha subito un genocidio tra il 1896 e il 1923.Tra i sopravvissuti, la maggior parte ha scelto l’esilio piuttosto che restare in un paese negazionista.
Un film che ha avuto molto successo nei cinema turchi, "La valle dei lupi", racconta dei cristiani che massacrano bambini musulmani in Irak. Nella Turchia che vorrebbe entrare in Europa e si dice tollerante il proselitismo cristiano e’ proibito. L’art. 163 del Codice penale turco proibisce ancora "l’evangelizzazione".
Recentemente il pastore protestante Ahmet Guvener e’ stato processato per"proselitismo". Eppure la Chiesa non e’ nemica del popolo turco. Lo stesso vescovo Padovese, che è stato anche il massimo artefice dell’Instrumentum laboris in preparazione del Sinodo della Chiesa medio-orientale, di cui tanto in nostri media hanno parlato per la giusta difesa dei diritti del popolo palestinese, era un cappuccino.
 Sulle orme di S. Francesco, era un operatore di pace e amava i fratelli di religione musulmana, anzi apprezzava le dimensioni spirituali della religione di Maometto.
 Legatissimo al Cardinal Martini, aveva predicato ai preti della sua diocesi, Milano, degli straordinari esercizi spirituali, oggi disponibili in un libro dal titolo significativo "La Chiesa che ti e’ affidata".
I funerali di Mons. Padovese avranno luogo in forma solenne a Milano lunedì 14 giugno e saranno presieduti dal Cardinale Tettamanzi. Mons. Padovese e’ stato ucciso poche ore prima della sua partenza per Cipro, dove avrebbe accolto il Papa. Dalla sua morte non possono scaturire sentimenti di odio. Come il sacrificio di Don Santoro, assassinato a Trebisonda nel 2006, anche quello di Mons. Padovese ha un senso. Il suo sangue non chiama altro sangue, come accade quando l’uomo si
incammina sulla strada della barbarie, ma ricorda la potenza umile della Croce di Cristo.
Don Luigi ha versato il suo sangue come discepolo di Cristo, l’agnello che si abbandona ai suoi persecutori e indica a chi resta la strada della verità che ci fa liberi.
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