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di Elisabetta Lo Iacono
rnArriverà direttamente nel cuore dell’Europa il messaggio di papa Benedetto XVI sull’unico futuro possibile, quello cioè che sappia e voglia mettere Dio al centro della propria vita e delle proprie scelte. Papa Ratzinger sarà in Germania dal 22 al 25 settembre per il suo ventunesimo viaggio internazionale, con un fittissimo programma che vede tra i momenti più significativi la visita e il discorso al Parlamento, gli incontri con le comunità ebraica e musulmana, con le Chiese evangelica e ortodossa, la messa nell’Olympiastadion di Berlino.

Un viaggio atteso da tante aspettative ma anche dalle polemiche sollevate da quanti vedono come una presenta ingombrande quella del capo della Chiesa cattolica e, in particolare, il suo messaggio sulla centralità di un Dio che si tende invece a relegare in un angolo delle società e della propria vita, se non addirittura a cancellare con il suo messaggio di salvezza.
Benedetto XVI parlerà proprio di questo, in un Paese complesso e al centro delle insistenti correnti della secolarizzazione. Non ha niente da imparare da storici e politologi Joseph Ratzinger, nato in Baviera e cresciuto attraversando gli anni più difficili della storia tedesca e internazionale, con la seconda guerra mondiale, il nazionalsocialismo, il cuore dell’Europa diviso in due blocchi così come la città di Berlino, il comunismo. Tante sfide che ha vissuto in prima persona, che ha sopportato con il dono della fede e interpretato attraverso la lente della teologia.

Suscita così qualche timore il fine pensatore che propone alla moderna Germania una strada diversa rispetto a quella della secolarizzazione. Si parla di un crescente numero di laicisti convinti, tanto che il centinaio di deputati della sinistra e dei verdi che dovrebbero disertare l’aula nel momento in cui parlerà il professor Ratzinger, intendono dare voce a quel popolo che relega la religione al di fuori di ogni spazio pubblico. Non sarà un bel dono per Benedetto XVI vedere quegli scranni vuoti in segno di protesta ma d’altra parte l’invito è giunto dallo stesso presidente del Parlamento che ha dato così seguito alla volontà della maggioranza. Un punto che tiene a precisare padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede, sgombrando il campo dalle troppe interpretazioni e allusioni sullo stato d’animo del papa di fronte a questa forma di dissenso.
L’intervento in Parlamento avverrà proprio nel primo giorno, dopo la cerimonia di benvenuto al castello di Bellevue con la visita al presidente federale e dopo l’incontro con la cancelliera federale Angela Merkel. Il discorso al Parlamento non è abituale nelle visite di stato dei pontefici: per Benedetto XVI sarà la prima volta mentre il suo predecessore Giovanni Paolo II aveva varcato la soglia del parlamento polacco e di quello italiano.
Ai bisbigli dei laicisti si potrebbero affiancare anche le manifestazioni di dissenso da parte di esponenti del mondo omosessuale o ancora quelle sul tema della pedofilia. La provocatoria denuncia contro papa Ratzinger, presentata nei giorni scorsi alla Corte penale internazionale dell’Aja da associazioni di vittime di preti pedofili, potrebbe creare il presupposto per scrivere l’argomento anche nell’agenda degli “indignados” tedeschi.

D’altra parte non si può escludere neppure il tentativo di appannare in qualche modo l’immagine vitale di una Chiesa che, in momenti assai complessi, riesce comunque a far passare il proprio messaggio e soprattutto si dimostra capace di raccogliere l’attenzione e la fiducia dei giovani, come dimostrato nella recente Giornata mondiale della Gioventù di Madrid.
Benedetto XVI era già stato in Germania, precisamente a Colonia, nel 2005 pochi mesi dopo l’elezione per presiedere la prima Giornata mondiale della Gioventù del dopo Wojtyla e ancora l’anno successivo nella sua Baviera.
Quello dei prossimi giorni sarà un viaggio marcato dall’ufficialità, con incontri protocollari e quasi venti interventi previsti, accompagnato da quel motto “Dove c’è Dio là c’è futuro” ripreso da un suo discorso pronunciato nel 2007 al santuario mariano di Marienzell in Austria.
Particolarmente attesa la santa messa nello stadio di Berlino, costruito nel 1936 in piena epoca nazista e reso simbolicamente luogo di riscatto del cristianesimo con la beatificazione, nel 1996, di due martiri del nazismo, Bernhard Lichtenberg e Karl Leisner.
Il viaggio del papa si snoderà tra luoghi che hanno sofferto l’ideologia nazista e comunista: oltre alla stessa capitale tedesca, sino al 1989 divisa dal muro, si recherà il secondo giorno a Erfurt, ex territorio della Repubblica democratica tedesca dove parte degli appuntamenti (santa messa e incontro con i rappresentanti della Chiesa evangelica) si terranno nel convento degli agostiniani in cui studiò e fu ordinato sacerdote Martin Lutero, per poi trasferirsi nel pomeriggio al santuario mariano di Etzelsbach.
Terza e ultima tappa sarà la città di Friburgo dove Benedetto XVI, oltre a incontrare i rappresentanti delle Chiese ortodosse, i seminaristi, il comitato dei cattolici tedeschi, ha espresso il desiderio di vedere anche l’ex cancelliere Helmut Kohl, protagonista dello sviluppo in chiave europeista della Germania. Ancora una volta i giovani entreranno nel programma del viaggio papale con una veglia a conclusione della vigilia della partenza quando il papa, alla fine di questo quindicesimo viaggio in Europa, dopo la messa e la recita dell’Angelus, incontreà i rappresentanti della Conferenza episcopale tedesca, i giudici della Corte costituzionale federale e una rappresentanza di cattolici.
Un viaggio caratterizzato da numerosi incontri e da altrettante problematiche, in un Paese di matrice cristiana ma scosso nel tempo dallo scisma per la Riforma del XVI secolo, dal braccio di ferro con le ideologie naziste, dall’ateismo imposto nelle aree dell’ex RDT e che naturalmente si è trovato a prendere le misure per favorire nuove convivenze, una su tutte quella con l’islamismo.
A tutti i protagonisti dell’oggi papa Benedetto raccomanderà quindi, come già anticipato nel videomessaggio diffuso in questi giorni, di “tornare a vedere Dio”, di tornare “noi stessi ad essere persone dalle quali entri nel mondo una luce della speranza”.

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