sia dal punto di vista dei flussi di ingresso, sia dal punto di vista delle molteplici sfumature che caratterizzano la progressiva integrazione degli immigrati nel contesto della società italiana.
Proprio considerando quest’ultima dinamica, l’equipe del Dossier si contraddistingue per lo sforzo di evidenziare, anno per anno, quegli indicatori che emergono come tratti nuovi di un insediamento socio-culturale sempre più marcato. Cerchiamo di sintetizzare alcuni dei risultati più significativi.rn
Anzitutto il dato quantitativo che, alla fine del 2007, si attesta, con un margine di oscillazione, tra i 3.800.000 e i 4.000.000 di individui regolarmente soggiornanti (comunitari e non), con un’incidenza sulla popolazione complessiva del 6,7% circa con picchi del 14% e del 10% rispettivamente a Milano e Roma. All’interno di questo corposo universo, si segnala la sostanziale parificazione della presenza per genere, l’affermarsi di una permanenza di lungo periodo – contrassegnata dall’acquisizione delle carte di soggiorno che danno luogo ad un soggiorno stabile – il carattere sempre più famigliare dell’inserimento sociale, con una forte incidenza delle nuove generazioni, testimoniato, anche, dal crescente investimento degli stranieri sulla casa (solo nel 2007 gli acquisti di immobili sono stati circa 120.000). Cresce sensibilmente, dato importante, l’incidenza dei migranti provenienti da quei Paesi di nuova acquisizione Ue – Romania e Bulgaria in testa.
Per quanto riguarda i flussi di ingresso (che riguardano gli extracomunitari), nell’intervallo 2005-2007 sono state circa 1.500.000 le domande per il nulla osta al permesso di soggiorno: 251.000 nel 2005, 520.000 nel 2006 e 741.000 nel 2007. Relativamente alle 741.000 istanze del 2007, è utile ricordare che la quota prevista dal decreto flussi era di 170.000 ingressi, lasciandoci così intuire come la gran parte delle domande in esubero, cui il Governo ha attinto per il 2008, rappresentano segmenti di manodopera che già produce nel mercato del lavoro sommerso, cercando in tal modo di emergere da una situazione di non riconoscimento giuridico della propria presenza, così come dei più elementari diritti che gravitano intorno alla dignità della persona.
Il mercato del lavoro regolare registra una presenza che si attesta vicino ai due milioni di subordinati, a prescindere dalla natura del rapporto contrattuale, con un’incidenza sul totale della popolazione effettivamente attiva che supera il 10% in diversi contesti produttivi. Nel bresciano, per esempio, è nato all’estero un lavoratore ogni cinque occupati, a Milano uno su sette. L’incidenza dei lavoratori immigrati – il cui impiego si caratterizza anche per l’età media di molto inferiore a quella italiana – diventa ancor più significativa se si considerano le nuove assunzioni che rappresentano i due terzi della crescita occupazionale – 234.000 persone in più nel 2007, secondo i dati rilevati negli archivi Inail. Altro dato rilevante, per quanto riguarda il mondo del lavoro, è l’incremento della capacità imprenditoriale degli stranieri con 165.114 titolari di imprese e/o attività commerciali, anche qui, con una dinamica più vivace di quella degli italiani.
Una delle dimensioni di cui bisognerebbe cominciare a prenderne in considerazione la portata, anche a livello sociologico, è quella del progressivo manifestarsi del processo migratorio come evento che trascina con sé una grande diversità culturale. Abbiamo, dunque, 594.133 alunni stranieri nelle scuole primarie, con un aumento annuale di 70.000 unità ed in continua crescita. 45.000 giovani nelle università, con 5.000 nuovi laureati l’anno. Della eterogeneità culturale delle molteplici nazionalità presenti sono indicatori le lingue, le religioni e le tradizioni che determinano un intenso e continuo scambio con i paesi di origine ed anche con la nostra realtà sociale. Gli stranieri migranti risultano molto vivaci anche nel settore della comunicazione con 146 testate ed 800 operatori.
In conclusione, si conferma il leitmotiv veicolato già da molto tempo, ovvero della necessità di considerare questo fenomeno come realtà, non più contingente, bensì strutturale. Una realtà da affrontare con elementi di policy in grado di smascherare alcuni dei più tenaci luoghi comuni che caratterizzano il dibattito pubblico italiano su questo argomento.
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Per ulteriori approfondimenti:
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Idos, 2008, Dossier Statistico Immigrazione 2008, Caritas/Migrantes Roma.