Mentre l’Ecofin aboliva la procedura d’infrazione per deficit eccessivo nei confronti dell’Italia aperta nel 2005, il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti presentava la sua proposta per il risanamento dei conti pubblici italiani. È, infatti, intenzione del nuovo Governo, rispettare gli impegni di finanza pubblica assunti con Bruxelles dal Governo precedente, in una logica di responsabilità repubblicana.

Il titolare di via XX Settembre ha confermato al commissario Ue agli Affari economici, Joaquin Almunia, l’obiettivo dell’Italia di raggiungere l’azzeramento del bilancio nel 2011, attraverso una manovra triennale pari a 30 miliardi nel periodo 2009-2011. Il percorso era già stato tracciato nella relazione unificata sull’economia presentata a marzo dal precedente ministro Tommaso Padoa-Schioppa, e che Tremonti recepisce. Il piano triennale di stabilizzazione non aumenterà la pressione fiscale, ma punterà soprattutto a contrastare l’evasione. Tale obiettivo potrà essere raggiunto efficacemente anche ricorrendo al federalismo fiscale, che servirà a bilanciare l’asimmetria tra un’economia largamente diffusa sul territorio ed una macchina fiscale che è invece quasi totalmente centrale.
La manovra fiscale, dovrebbe snellire anche i tempi per la formazione e approvazione della Legge Finanziaria, anticipandone in parte i contenuti. A giorni, infatti, sarà presentato un provvedimento legislativo contenente il piano triennale per la stabilizzazione finanziaria e le misure di rilancio dell’economia italiana. Tale provvedimento, che dovrebbe essere approvato prima dell’estate, affiancherà e darà corpo al Documento di Programmazione Economico e Finanziaria. A settembre, invece, il governo presenterà la legge di bilancio che recepirà i contenuti del provvedimento di giugno e un Collegato sul federalismo fiscale. Il piano di risanamento dei conti pubblici ha incontrato il favore dell’Europa; il premier lussemburghese e Presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker ha, infatti, accolto positivamente la strategia italiana che prevede una manovra da 10 miliardi nel 2009, la detassazione degli straordinari, il taglio dell’Ici ed il pareggio del bilancio entro il 2011. La manovra sarà fatta da tagli di spesa e non da nuove tasse, a parte quelle a “contenuto etico”, come la Robin Hood Tax che toglierebbe ai ricchi petrolieri, per restituire qualche euro in più nelle tasche dei meno abbienti. Questa misura dovrebbe riuscire a far fronte in maniera concreta al “deficit sociale” ed alla povertà che affligge molte famiglie italiane. Si tratta, dunque, di una tassazione straordinaria sui profitti straordinari delle compagnie petrolifere (adottata anche dall’Inghilterra nel ’97 e nota come Tobin Tax), che dovrebbe ridurre alcune delle agevolazioni fiscali di cui godono.
Iniziano quindi a prendere forma i grandi capitoli in cui sarà articolata questa non leggera manovra. Circa 2,5 miliardi dovrebbero arrivare dal sistema delle autonomie locali, suddivisi più o meno alla pari tra Comuni e Province da una parte, e Regioni dall’altra. Contemporaneamente, verrebbe compressa la spesa tendenziale della sanità, con una riduzione di quasi tre miliardi. Il resto dovrebbe arrivare dai risparmi dei ministeri (con la scuola oggetto di particolare attenzione) e da quelli del pubblico impiego in generale. Riguardo a quest’ultimo capitolo, il blocco più rigido del turn over, (l’avvicendamento tra pensionati e nuovi assunti) comporterebbe anche un ripensamento del programma di assunzione dei precari della pubblica amministrazione, disposto con la Finanziaria 2008. È infine previsto un piano di liberalizzazioni, di semplificazioni e di privatizzazioni, oltre ad una serie di strumenti che garantiscano la tenuta sociale e non colpiscano la parte più debole della popolazione, schiacciata dai costi della vita sempre più alti e dai mutui sulla casa. Come ribadito dallo stesso Ministro Tremonti, “i governi hanno ancora il potere-dovere di attenuare alcune distorsioni che emergono nella società, concorrendo a costruire la piattaforma materiale e immateriale, istituzionale e funzionale, su cui si fa l’economia”.
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