Quali indicazioni dal voto spagnolo per le prossime elezioni italiane? Zapatero in Spagna ha vinto le elezioni ma non ha conquistato la maggioranza assoluta. Il Partito Popolare perde, ma raggiunge il miglior risultato degli ultimi anni. Sia il Psoe che il Partito popolare guadagnano ciascuno 5 deputati in
rnpiù.

La "Sinistra arcobaleno" spagnola (cioe’ Izquierda Unida e Esquerra repubblicana)  e’ spazzata via, passando da 13 a 5 deputati. Si rafforza il bipolarismo a scapito delle formazioni minori. Veltroni, ex ammiratore  di Sarkozy, si identifica ora con Zapatero. Ma non c’e’ nessuna "onda lunga" della sinistra europea. La maggioranza dei paesi europei resta in mano a coalizioni guidate dai popolari o dai conservatori. In compenso l’effetto Zapatero si e’ gia’ avuto da noi, nella formazione delle liste elettorali. E gia’ la formazione delle liste e’ una "quasi elezione" almeno per i candidati che hanno conquistato le posizioni migliori, con l’attuale sistema elettorale che priva i cittadini della sovranita’ di scegliere i candidati e trasferisce questo potere alle segreterie dei partiti. Nella formazione delle liste c’e’ stata una campagna selettiva, a destra come a sinistra, di contenimento della presenza cattolica. Il cattolico "buono" e’ quello che non appare cattolico. E sono stati messi in condizione di non nuocere (o di nuocere di meno) i cattolici che, come i teodem,  avevano osato nella scorsa legislatura  "disturbare il manovratore".

Luigi Bobba e Paola Binetti vengono spostati dal Senato alla Camera, anche se il Sen. Bobba conquista meritatamente una invidiabile posizione di capolista in Piemonte.
Ma Veltroni da un messaggio "zapaterista" mettendo come capolista al Senato in Piemonte e in Lombardia la Bonino e Veronesi.
Fini, dal canto suo, non ricandida Pedrizzi, Presidente della Consulta Cattolica di AN.
Vengono umiliati nel PD  i cristiano-sociali,  con la mancata ricandidatura di Luca’.
E le new entry cattoliche annunciate da Veltroni con enfasi, dopo la rinuncia di Andrea Riccardi,  si caratterizzano per mancanza di radicamento nel tessuto ecclesiale e nell’associazionismo cattolico.
 La on. Santolini, fiore all’occhiello dell’UDC nella scorsa tornata, viene candidata al Senato dove risulta più ardua la rielezione.
Ne’ e’ da meno Berlusconi che prima con l’umiliazione di Casini e poi con la pressoche’ assoluta assenza di candidati con una esperienza nell’associazionismoi cattolico, si adegua alla nouvelle vague.
Pezzotta rappresenta una delle poche novita’ e fa ben sperare, anche se il numero di candidati sicuri della Rosa Bianca non e’ certo rilevante (si parla di 5).
Ne riparleremo dopo le elezioni, ma la sensazione e’ che la voce dei cattolici sara’ penalizzata da questa tornata elettorale.
Il Cardinale Bagnasco ha confermato la linea di non coinvolgimento in alcuno schieramento politico della Chiesa.

E’ un segno importante e al tempo stesso rappresenta l’auspicio che la competizione elettorale non divida un Paese gia’ troppo diviso,  ma si svolga in un clima sereno e porti dopo le elezioni a larghe intese che permettano di affrontare i problemi più urgenti come "l’aumento dei salari minimi, la difesa del potere d’acquisto delle pensioni, l’emergenza abitativa, la sicurezza nei posti di lavoro".

Il Presidente della CEI ha invitato a vedere nella competizione elettorale un modo in cui la comunita’ nazionale impara a volersi più bene e a voler bene al proprio futuro.
E’ un auspicio che ci auguriamo possa essere colto.
Nell’equilibrata analisi di Bagnasco, che non rinuncia a ricordare che ci
sono valori non negoziabili, si puo’ scorgere l’ottimismo della volonta’.
Ma c’e’ anche il pessimismo dell’intelligenza.

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