Martedì 13 ottobre 2015, con 178 sì, 17 no e 7 astensioni, il Senato ha approvato con modifiche, in terza lettura, il disegno di revisione della Parte II della Costituzione. Il provvedimento torna ora alla Camera per la quarta lettura. L’art. 138 Cost. impone, infatti, che per modificare la Costituzione il Parlamento voti un testo unico per quattro volte. Di fatto, però, le letture sono ben più di quattro dal momento che la cosiddetta navetta tra le due Camere va avanti finché non si giunge a un uguale articolato definitivo, anche se ogni volta il voto della Camera successiva è limitato esclusivamente alle sole parti modificate dall’altra.
Ad oggi, siamo dunque alla prima delle due deliberazioni per ciascuna Camera, richieste dall’art. 138 Cost.. la Camera dei deputati ha in parte modificato il testo discusso e votato dal Senato; quest’ultimo ha rivotato sulle parti modificate che gli sono giunte e rinvia quindi il testo alla Camera dei deputati per un voto finale conforme, visto che alcune disposizioni – in particolare quella cruciale relativa al carattere elettivo/non elettivo del nuovo senato delle Autonomie – sono state riviste.
Come è noto, il disegno di legge “Renzi-Boschi” prevede il superamento del bicameralismo perfetto e l’introduzione di un bicameralismo differenziato in cui Camera dei deputati e Senato hanno composizione e funzioni diverse. Inoltre il progetto di legge modifica la disciplina del procedimento legislativo e interviene il titolo V della Costituzione, eliminando la competenza legislativa concorrente, sopprimendo ogni riferimento costituzionale alle province e rafforza gli strumenti di democrazia diretta. Tutti i dettagli della riforma, con i consueti contenuti ipertestuali e un’infografica riassuntiva, nel Dossier n. 16 della Fondazione Achille Grandi per il Bene Comune delle Acli.
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