Il Nuovo Testamento ci offre una prospettiva sul senso delle mura che trova la sua radice nell’Antico testamento, ma che  opera un superamento. E’ Gesù stesso che abbatte il muro di separazione tra Giudei e pagani

Il muro serve a delimitare il proprio spazio vitale e a proteggere dalle minacce, soprattutto durante la notte o in guerra.
Il muro deve essere solido e compatto, tuttavia occorre constatare che non c’è un muro senza una porta. E’ l’utilizzo della porta che rende più o meno significativo il valore del muro. E Il muro è un confine che si può chiudere totalmente e rendersi impermeabile agli attacchi, ma può anche essere permeabile se la sua porta rimane aperta.

Nell’esodo degli ebrei in fuga dagli egiziani, il muro serve a proteggere la via nel mare asciutto dalle acque «Gli Israeliti entrarono nel mare asciutto, mentre le acque erano per loro una muraglia a destra e a sinistra» (Es 14,22).

Israele è capace di infrangere le mura di Gerico: «Allora il popolo lanciò il grido di guerra e si suonarono le trombe. Come il popolo udì il suono della tromba ed ebbe lanciato un grande grido di guerra, le mura della città crollarono; il popolo allora salì verso la città, ciascuno diritto davanti a sé, e occuparono la città» (Gs 6,20) con grida di guerra e al suono delle trombe.

Israele è capace anche di costruire mura intorno alle proprie città, in particolare a Gerusalemme al tempo di Salomone: «Salomone si imparentò con il faraone, re di Egitto. Sposò la figlia del faraone, che introdusse nella città di Davide, ove rimase finché non terminò di costruire la propria casa, il tempio del Signore e le mura di cinta di Gerusalemme» (1Re 3,1).
Mura che verranno distrutte al tempo dell’esilio preannunciato da Isaia: «Ora voglio farvi conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna: toglierò la sua siepe e si trasformerà in pascolo; demolirò il suo muro di cinta e verrà calpestata» (Is 5,5) così che Gerusalemme non avrà più la protezione e i suoi necimi potranno fare di lei ciò che vogliono.

Queste stesse mura verrano poi ricostruite al ritorno dall’esilio sotto Neemia: «Allora io dissi loro: “Voi vedete la miseria nella quale ci troviamo; Gerusalemme è in rovina e le sue porte sono consumate dal fuoco. Venite, ricostruiamo le mura di Gerusalemme e non saremo più insultati!”» (Ne 2,17), così da poter ritrovare una dignità di fronte ai popoli vicini.

La ricostruzione delle mura e delle porte era stata annunciata da Tobia, un esiliato deportato a Ninive, oggetto della benevolenza del Signore, mura e porte rese splendenti con pietre preziose: «Gerusalemme sarà ricostruita come città della sua residenza per sempre. Beato sarò io, se rimarrà un resto della mia discendenza per vedere la tua gloria e dar lode al re del cielo. Le porte di Gerusalemme saranno ricostruite di zaffiro e di smeraldo e tutte le sue mura di pietre preziose. Le torri di Gerusalemme si costruiranno con l’oro e i loro baluardi con oro finissimo. Le strade di Gerusalemme saranno lastricate con turchese e pietra di Ofir» (Tob 13,17), quasi a superare la loro funzione di difesa per diventare delle opere d’arte che colpiscono per la loro bellezza.

Il profeta Geremia diventa un muro invalicabile di fronte ai suoi avversari per annunciare la parola del Signore al popolo ebreo «ed io, per questo popolo, ti renderò come un muro durissimo di bronzo; combatteranno contro di te ma non potranno prevalere, perché io sarò con te per salvarti e per liberarti. Oracolo del Signore» (Ger 15,20).

Il Nuovo Testamento ci offre una prospettiva sul senso delle mura che trova la sua radice e il suo superamento nell’Antico testamento.

E’ Gesù stesso che abbatte il muro di separazione tra Giudei e pagani:
«Egli infatti è la nostra pace,
colui che ha fatto dei due un popolo solo,
abbattendo il muro di separazione
che era frammezzo, cioè l’inimicizia,
annullando, per mezzo della sua carne,
la legge fatta di prescrizioni e di decreti,
per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo,
facendo la pace,
e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo
corpo,
per mezzo della croce,
distruggendo in se stesso l’inimicizia
» (Ef 2,14).

Paolo dimostra come si abbattono i muri: creare in se stesso un uomo nuovo, che tiene insieme gli uni e gli altri e riconciliandoli così tra di loro e con Dio, perché in Dio siamo tutti uguali. La forza spirituale che si sprigiona dal mistero pasquale racchiuso in questi tre versetti, dovremmo meditare giorno e notte, così da poter diventare costruttori di pace, capaci di affrontare i conflitti e di saperli gestire in vista della condivisione della vita.

L’ultima immagine della Bibbia si trova nel libro dell’Apocalisse, la Gerusalemme celeste che scende dal cielo, le cui mura e porte sono costruite con gemme preziose. In essa vi abita il Signore, nuovo tempio illuminato dalla sua gloria, giorno perenne che non finisce mai per cui le porte non saranno più chiuse, non ci sarà più bisogno di difendersi perché i malvagi non vi potranno entrare, ma solo coloro che hanno vissuto come l’Agnello ritto e sgozzato, che ha dato la vita per dare vita a ciascuno di noi.

E’ un sogno o una realtà che ci forse dovrebbero interpellarci quotidianamente…

«18Le mura sono costruite con diaspro e la città è di oro puro, simile a terso cristallo. 19I basamenti delle mura della città sono adorni di ogni specie di pietre preziose. Il primo basamento è di diaspro, il secondo di zaffìro, il terzo di calcedònio, il quarto di smeraldo, 20il quinto di sardònice, il sesto di cornalina, il settimo di crisòlito, l’ottavo di berillo, il nono di topazio, il decimo di crisopazio, l’undicesimo di giacinto, il dodicesimo di ametista. 21E le dodici porte sono dodici perle; ciascuna porta era formata da una sola perla. E la piazza della città è di oro puro, come cristallo trasparente.
22In essa non vidi alcun tempio:
il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello
sono il suo tempio.
23La città non ha bisogno della luce del sole,
né della luce della luna:
la gloria di Dio la illumina
e la sua lampada è l’Agnello.
24Le nazioni cammineranno alla sua luce,
e i re della terra a lei porteranno il loro splendore.
25Le sue porte non si chiuderanno mai durante il giorno,
perché non vi sarà più notte.
26E porteranno a lei la gloria e l’onore delle nazioni.
27Non entrerà in essa nulla d’impuro,
né chi commette orrori o falsità,
ma solo quelli che sono scritti
nel libro della vita dell’Agnello
» (Ap 21,18-27)

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