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A pochi giorni dalla morte di Umberto Eco e della sua commemorazione pubblica, che si è tenuta lo scorso 23 febbraio, vi proponiamo questo ricordo personale…

Per chi ha attraversato la scena della cultura italiana del secondo novecento i commenti sono tanti e non facilmente concordi.
Da parte mia aggiungo un ricordo personale. Le chiacchierate interessanti davanti ad un aperitivo in via Dante. L ‘invito mi veniva sempre dall’amico Scognamiglio che aveva una libreria antiquaria in via Rovello e curava ed editava una rivista di grande pregio bibliografico. Si parlava di libri, certo, di politica, di Marche…Eco aveva acquistato una bella casa a Montecerignone riempiendola di libri.

Ma si parlava anche di una storia lontana, la sua esperienza al centro nazionale di Azione cattolica, alla mitica Giac degli anni 50, al movimento studenti, gli anni che seguirono la presidenza Carretto, gli anni delle dimissioni di Mario Rossi.

Se ne parlava come di un capitolo rimasto aperto, mai chiuso, come forse la fede per lui ( mi diceva di uno scambio di lettere con il cardinale Martini), ma come momentaneamente archiviato.

Così quando, in uno di quegli aperitivi (mi dovevo adeguare a lui e..il gin non é proprio un crodino!) gli parlai del libro che stavo preparando su Il Vittorioso: gli chiesi una introduzione, mi rispose con una simpatica lettera dicendomi che aveva letto, che ne avremmo parlato ma che..l’introduzione no, non se la sentiva.., quello del suo passaggio in Ac era un capitolo che aveva lasciato da parte. Che forse un giorno, mi diceva, avrebbe rivisitato.

Un anno lo invitai, con la complicità del solito Scognamiglio, in Università Cattolica per una giornata universitaria; avevamo allestito una mostra di libri antichi e Lui doveva inaugurarla. Lo fece, penso per simpatia, e con la sua capacità affascinante parlò di libri, del libro. Non tutti apprezzarono in università. Ma il rettore era informato.

Dopo l’inaugurazione si celebrava una messa. Rimasi con lui per non lasciarlo solo e girammo per i chiostri chiacchierando, ad un certo punto mi disse: "dov’è la messa? ". Si celebrava in aula magna, l’accompagnai ad un ingresso laterale, pensavo volesse dare un ‘occhiata. Rimase lì a guardare, da una porta socchiusa, fino alla fine della celebrazione.

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