Desidero esprimere, tramite Mons. Dario Edoardo Viganò, le più sentite condoglianze per la morte dì Mons. Adriano Vincenzi ed assicurare la mia spirituale vicinanza, nell’affetto e nella preghiera, ai suoi familiari, al Vescovo e al Presbiterio della Diocesi di Verona e a quanti, soprattutto sacerdoti, lo hanno incontrato nel suo servizio a livello nazionale, lo hanno stimato e si sono sentiti riconosciuti e voluti bene.
Partecipo, inoltre, al dolore della Presidenza e dei membri dell’UCID – associazione alla quale don Adriano ha dedicato un appassionato ministero nell’ultimo tratto della sua vita – della Fondazione Toniolo e Segni Nuovi e di tutte le persone impegnate dal mondo cooperativo all’impresa, fino ai moltissimi volontari del Festival della Dottrina Sociale della Chiesa.
Ho seguito, grazie alla sensibilità di Mons. Viganò, i tempi della malattia di Mons. Vincenzi, fino agli ultimi giorni: ho pregato e affidato don Adriano all’amore misericordioso del Padre che ora, sono certo, lo ha accolto tra le sue amorevoli braccia.
La sua personalità, oltre che nella formazione nelle scienze umane e nelle discipline teologiche, ha potuto far tesoro di forti e significative esperienze: anzitutto con il Vescovo Attilio Nicora, affinando alla sua scuola e condividendo con lui l’attenzione e l’interesse per l’impegno dei cattolici nella vita sociale e politica; con le comunità parrocchiali di cui è stato Pastore; con le realtà dell’artigianato, dell’imprenditoria, della cooperazione e del volontariato. Ha saputo fondere tali esperienze in una visione unitaria e teologicamente salda, per offrire alla Chiesa cammini possibili di coniugazione tra vangelo e società.
Voglio ricordare, anche come auspicio di proseguimento, la grande opera di formazione svolta in tutta Italia per approfondire i temi della Dottrina Sociale della Chiesa, orientata non solo al sapere ma anche al saper fare e al saper far fare.
Un frutto evidente della sua sollecitudine è il Festival della Dottrina Sociale della Chiesa. A questo importante appuntamento per la Diocesi e per l’intera Chiesa italiana, negli ultimi cinque anni il Santo Padre Francesco non ha fatto mancare il suo sostegno attraverso un apposito messaggio.
Anch’io ho avuto la gioia di poter partecipare all’edizione 2017 del Festival. In quell’occasione è stato ricordato come “in una società, dominata da un neo-individualismo radicale e da una prevalente indifferenza nei confronti dell’altro, come anche da una certa paura nei confronti del futuro, lo dottrina o insegnamento sociale, strutturata in termini trinitari, rende fecondo l’umano, gli ambiti della vita sociale, dal punto di vista della relazionalità trascendente e del dono.
Proprio immerso nella vita trinitaria, il ministero di don Adriano si è caratterizzato per una grande capacità di riconoscere e valorizzare le differenze e le competenze specifiche di ognuno all’interno di una visione unitaria e di costruire legami e “reti”. Ora è necessario proseguire la sua opera, con la stessa passione e la stessa tenacia, perché, lo si diceva già nel 217, “diventa urgente la rivalutazione della genialità del cristianesimo e l’unità nell’Impegno a strutturare le società”.
Formazione e realizzazioni esemplari: sono questi i poli di una tensione entro i quali non d’avete disperdere il patrimonio che Mons. Vincenzi ha contribuito ad accumulare in questi anni. So che sono davvero molti coloro che lo hanno accompagnato e coadiuvato nella crescita di una consapevolezza sempre più matura della dimensione sociale della fede e nell’organizzazione di molteplici momenti di approfondimento della Dottrina Sociale della Chiesa. Ad essi chiedo di continuare ìl cammino intrapreso per il bene che hanno – e abbiamo voluto – a don Adriano e, soprattutto, come servizio umile ma necessario alla Chiesa e al mondo di oggi.
Con un cordiale saluto, in comunione di preghiera
Card. Pietro Parolin
Città del Vaticano, 17 febbraio 2020
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